Da oggi e fino al 19 settembre prossimo, presso le Logge di Palazzo Pretorio di Volterra (PI) è allestita la mostra fotografica “Volterra 1398”, promossa dal Comune di Volterra in collaborazione con la Provincia di Pisa e curata dal fotografo Dante Ghilli, dedicata ai figuranti della Festa Medievale di Volterra e particolari degli affreschi della Cappella della Croce della Chiesa di San Francesco.
Nelle sue foto Dante Ghilli mette in campo la sua speciale sensibilità che gli ha permesso di andare oltre lo spettacolo e di cogliere in essa un aspetto nascosto della Festa legato proprio alla dimensione temporale. Le fotografie sono primi e primissimi piani dei figuranti, foto in un bianco e nero contrastato e allo stesso tempo delicato che rivela imperfezioni della pelle, rughe di espressione, lampi di luce negli occhi, insomma che rende le foto estremamente reali quei volti di persone di oggi nel contesto medievale, li rende esemplari del passato.
Ghilli gioca con le due dimensioni spaziali in modo eccellente, riducendo con il taglio di primo piano gli effetti prospettici (la terza dimensione) al minimo e forzando l’effetto realistico del bianco e nero.
Spiega il Sindaco Marco Buselli “A Volterra il Medioevo si affaccia dai palazzi, si legge nelle vie, nei vicoli più angusti, si incastona fra casetorri e chiese. Ma tutto questo non basterebbe a fare della città una vera e propria icona, se non aleggiasse quello spirito, misto di orgoglio e un pizzico di superbia, ma anche di semplicità d’animo, che caratterizza il volterrano, abituato a guardare dall’alto della sua storia millenaria, ma anche dal suo isolamento, chiunque metta piede da fuori sul colle. Dante Ghilli, osservatore attento, cattura attimi e momenti di vita, legati alla rievocazione medioevale, che niente hanno di folclore o di divertimento fine a sè stesso. Lo fa in punta di piedi, non c’è niente di costruito. E’ un modo, forse, per indovinare, anche attraverso la suggestione dal sapore medioevale, l’aspetto più vero che c’è dietro ciascuno di noi. Quel pezzo di Medioevo che ci portiamo dentro, che fa parte di noi”.