Nelle stanze seicentesche di Villa Genesio a San Polo d’Enza (RE), fino al 18 settembre è allestita la mostra “IN ART nel segno del contemporaneo”, con opere di diciotto artisti, diversi per esperienza e linguaggio. La mostra, organizzata con il Comune di San Polo d’Enza, è curata da Lia Bedogni, Elisabetta Margini e Riccardo Varini
La visita si articola in tre sezioni: nelle stanze recentemente recuperate dall’ex casa del custode sono esposte le opere degli artisti definiti “postmoderni”; nelle camere al primo piano della villa ci sono le giovani generazioni; il secondo piano è riservato alla fotografia, mentre nel salone al piano terra è ospitata un’esposizione collettiva per facilitare quella “contaminazione” auspicata dagli organizzatori.
Nella prima sezione, coordinata da Elisabetta Margini, si trovano le opere di Oscar Accorsi, Luciano Bertoli, Oscar Ferrari, Augusto Giuffredi, Giordano Montorsi, Sandra Moss, Pietro Mussini, Enzo Silvi e Wal, artisti nati negli anno ’40 e ’50 ed attivi sul territorio reggiano. Ricerche che affondano le loro radici nelle avanguardie storiche, senza soffermarsi sul concetto di “stile” così caro al mercato. Dall’informale alla pop art, dal concettuale alla neofigurazione, dai media alle ultime contaminazioni dei linguaggi, ma sempre rielaborati in chiave personale. Tratto comune, la concettualità, evidente anche nell’approccio interdisciplinare tra pittura, scultura e design.
Nella seconda sezione, coordinata da Lia Bedogni, sono esposte le opere di Mirko Baricchi, Alle Basso, Carlo Cane, Antonella Cinelli, Laura Forghieri e Matteo Messori. Attraverso la ricerca artistica di alcuni protagonisti del panorama italiano, la storica dimora si arricchisce di nuove storie: dai paesaggi di Mirko Baricchi, che invitano all’ascolto e alla riflessione, alle fotografie surreali di Alle Basso, dalle atmosfere visionarie di Carlo Cane alle installazioni di Antonella Cinelli sul tema della memoria, fino alle carte di Laura Forghieri che raccontano lo scorrere del tempo.
Infine, nella terza sezione coordinata da Riccardo Varini, troviamo la fotografia, che raduna le opere di Gian Franco Iori, Maurizio Strippoli e dello stesso Varini. Dalla “Fantacittà” di Iori, i cui palazzi sono ripresi di notte da punti di vista insoliti e stampati in bianco e nero, “À la Maison” di Strippoli, in cui l’autore scavalca con ironia la malinconia di oggetti abbandonati, sino alle “Assenze” di Varini, esposte nel 2014 alla Galleria Parmeggiani di Reggio Emilia. Stanze vuote, personaggi distanti che ricordano Hopper, dove aleggia però sempre un fiato di mistero.