Peripheries. The wall of democracy


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Paolo Tait

Paolo Tait

di Luca Baldazzi

 

Da oggi al 30 settembre, in occasione della XV Biennale di Architettura di Venezia, l’Associazione Culturale RO.SA.M. promuove e realizza una mostra personale di Paolo Tait (Mezzolombardo, TN, 1952) allestita al Centro Culturale Artigianelli Don Orione, Zattere, Venezia.
Il percorso della mostra si sviluppa lungo il Chiostro della Visitazione e nella Sala Tiziano. Nel Chiostro è allestito il Bestiario (1992/2004), un ciclo di opere su carta realizzate a china e grafite, in cui l’artista libera in nere forme drammatiche le immagini che affollano la mente e che raccontano la fatica di esistere. Si giunge quindi alla Sala Tiziano dove si incontra l’opera inedita The Wall of Democracy.
Nell’enorme smalto su rame The Wall of Democracy, ideato per essere poi collocato in una periferia di Trento, l’urgenza creativa dell’artista, come afferma la curatrice Roberta Semeraro, vuole sfondare i muri dell’incomunicabilità affermando il diritto dell’individuo di esistere e di essere riconosciuto nella comunità socio-politica di cui fa parte. Un’opera che, pur con tecniche diverse, rimanda al mondo dei graffiti e alla street art. In un momento d’importante riflessione stimolata dall’architetto Alejandro Aravena sulle possibilità che l’architettura ha di migliorare la vita delle persone, Tait lancia così il suo grido al pubblico della Biennale contro una società che rischia di privare l’individuo del suo diritto di esistere. La mostra comprende inoltre opere dedicate ai paesaggi e al tema della crocefissione oltre ai “tavoli a struttura anti design”, come li definisce l’artista.

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