Dodici tele di grande formato, di Marcus Jansen (New York, 1968), realizzate dal 2013 ad oggi, compongono la mostra “Decade”, allestita alla Triennale di Milano dal 3 al 21 settembre a cura di Brooke Lynn McGowan e Rossella Farinotti.
Questa mostra, realizzata in collaborazione con la Galleria Bianca Maria Rizzi & Matthias Ritter di Milano e Associazione Show Eventi Arte di Roma, in occasione degli eventi della XXI Triennale di Milano, rappresenta il punto di partenza di un viaggio a ritroso, nel tempo e nello spazio, che attraverso tre diverse tappe ricostruisce gli ultimi dieci anni di produzione di Jansen. La mostra alla Triennale, infatti, proponendo queste dodici tele fa da prologo alle personali in programma nei prossimi mesi in Germania e al Queens Museum di New York, andando a coprire così in modo completo un arco cronologico che ci riporta idealmente al 2006, anno in cui viene dato alle stampe il volume Modern Urban-Expressionism, primo grande momento di visibilità e riconoscimento internazionale per l’artista.
Marcus Jansen, formatosi nell’ambiente della street-art e poi maturato seguendo il modello della grande scuola della pittura americana del Novecento, è oggi considerato tra i punti di riferimento per la scena del Neoespressionismo di nuova generazione.
La disillusione e insieme lo smarrimento, lo straniamento dell’uomo contemporaneo nei confronti della realtà in cui è calato passano, nella pittura di Jansen, da una dimensione intima ad una universale, trasferendosi all’ambiente di vita. In opere come Sitting Ducks, Transitions, Under infrared, Shifts in Nature o la programmatica Orwellian infiltration un paesaggio inquinato, fosco e abbruttito si carica di nuove tensioni e inquietudini, diventando scenografia per incubi post-apocalittici.