William Klein: il mondo a modo suo


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William Klein, Autoritratto, Parigi, 1998, © William Klein

William Klein, Autoritratto, Parigi, 1998, © William Klein

Promossa e prodotta dal Comune di Milano, Cultura, Palazzo della Ragione, Civita, Contrasto e GAmm Giunti, con il patrocino del Consolato Generale degli Stati Uniti a Milano, da oggi e fino al prossimo 11 settembre, Palazzo della Ragione Fotografia di Milano ospita la mostra “William Klein: il mondo a modo suo”, che propone il suo articolato percorso artistico, iniziato oltre 60 anni fa proprio a Milano.

William Klein, genio innovatore e trasgressivo della fotografia internazionale, nella sua vita ha praticato di tutto, dalla grafica alla pittura, alla fotografia, al cinema, alla scrittura e di sé diceva: “Era come se fossi un etnografo: trattavo i newyorkesi come un esploratore avrebbe trattato uno zulu, cercando lo scatto più crudo, il grado zero della fotografia”.

La mostra, curata da Alessandra Mauro, presenta oltre 150 opere originali, alcune delle quali di grande formato, tutte provenienti dall’archivio personale del fotografo, accompagnate da nuove installazioni espressamente concepite per questa esposizione, ma anche da estratti dei suoi filmati, da alcune gigantografie e da una selezione delle pellicole che ha diretto.

Il percorso è diviso in nove sezioni che accompagnano il visitatore in un itinerario che tocca le città fotografate da William Klein in tutta la sua carriera, anche attraverso i diversi mezzi espressivi di cui si è servito e muove dalle Prime opere. Qui sono radunati i lavori astratti realizzati dal fotografo americano quando, ancora appartenente alla corrente hard edge, lo stile pittorico caratterizzato da bruschi e netti contrasti geometrici tra diverse aree di colore, cominciò a operare come artista sperimentale e concettuale proprio a Milano; si passa quindi alla sezione dedicata a New York, un racconto visivo straordinario della sua città e uno dei lavori più importanti dell’intera storia della fotografia.

Segue Roma le cui immagini restituiscono la sua ricognizione fatta in compagnia di Fellini, Pasolini e Moravia, tra il 1956 e il 1957.

Di seguito, due ampie sezioni sono dedicate anche a Tokyo e Mosca, altre metropoli oggetto dei suoi libri, per poi arrivare al racconto di Parigi, città in cui Klein vive da diversi anni. Segue la parte dedicata alla Moda, ambito nel quale è riconosciuto come grande innovatore.

Nel corso della sua carriera Klein ha realizzato anche diversi Contatti dipinti, in cui la commistione di pittura e fotografia trova espressione nel gesto dell’autore che sceglie, tra i vari provini a contatto, l’immagine da ingrandire e la contorna di segni grafici forti e unici.

La mostra si chiude idealmente con la sala dedicata ai Film, dove viene proiettato un estratto di 30 minuti delle principali pellicole che ha diretto.

Di origine ungherese, William Kleinnasce a New York nel 1928 da una famiglia ebrea; all’età di 18 anni passa due anni nell’esercito d’occupazione e si stabilisce poi a Parigi per diventare pittore. Nel 1954 torna a New York e lavora a una sorta di diario fotografico che uscirà due anni dopo in un volume disegnato dallo stesso autore, Life is Good & Good for You in New York, che gli varrà il premio Nadar. Raggiunge Fellini a Roma per fargli da assistente. Alla fine degli anni ’50 si avvicina al cinema al quale si dedicherà in maniera esclusiva per alcuni anni realizzando diversi film, poi, negli anni ’80 torna alla fotografia e pubblica numerosi libri.

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Informazioni su Anselmo Villata

Caporedattore dell'Agenzia Stampa Verso l'Arte, Vice Presidente Internazionale dell'Associazione Internazionale dei Critici d'Arte, Docente presso la 24Ore Business School e presso la Giunti Academy, Curatore, Critico d'Arte, Saggista, Cultural manager e Cultural planner orientato alla promozione e alla valorizzazione dei Beni Culturali con un'ottica all'interdisciplinarità e alle collaborazioni internazionali.

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