Ispirato da Le metamorfosi di Apuleio, o L’asino d’oro, così come soprannominate da Sant’Agostino, Girolamo Ciulla (Caltanisetta, 1952), dal 2 giugno al 4 settembre espone alla Fondazione Villa Bertelli a Forte dei Marmi (LU), le sue opere nella mostra “Metamorfosi e Magia”. La mostra è organizzata in collaborazione con il Comune di Forte dei Marmi ed è curata da Alessandra Belluomini Pucci, direttore scientifico della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Lorenzo Viani” di Viareggio.
La rassegna presenta sculture, stiacciati e dipinti dell’artista siciliano in un percorso di 30 opere, attraverso l’idea stessa di identità e metamorfosi, voluta o imposta, che si fa sempre più contemporanea, facendo incontrare storia della letteratura e società attuale.
“Dalla divinità all’uomo non è stato concesso niente di tanto prospero, che non sia tuttavia unito a qualche difficoltà, con un accoppiamento di miele e fiele.” (L’Asino D’Oro di Apuleio), così
le peripezie del giovane Lucio trasformato in asino e del suo ritorno alle sembianze umane, insieme ai significati reconditi di questa avventura del II secolo D.C. arrivano a noi, oggi più validi che mai, con la mostra d’arte Metamorfosi e Magia.
Si tratta di un classico della letteratura, un tema sempre caro all’uomo, riproposto da Ciulla in chiave artistica: l’Asino ovvero la storia dell’uomo.
Scrive la curatrice Alessandra Belluomini Pucci: “L’interpretazione di Ciulla segue un processo originale che lavora la materia trasformandola in opere di potente suggestione: figure a tutto tondo, bassorilievi, disegni, riconsegnano la forza della natura e la vitalità della figura umana attraverso una tecnica personale che prima decompone la forma per poi restituire l’immagine, dove tocchi di colore e l’applicazione di materiali diversi muovono e rendono viva la composizione con giochi di contrasti, di pieni e di vuoti […] L’artista è cittadino del mondo, ma quanto più il suo lessico è raggiungibile e apprezzato da culture e popoli diversi, tanto più deve richiamare le proprie origini per non incorrere nell’universalismo prodotto dall’appiattimento del mondo contemporaneo.
Il linguaggio dell’artista, manifestatosi nel profondo, supera i particolarismi delle diverse culture, se, nel contempo, conserva ed esprime i caratteri della sua matrice originaria, affondando le radici nel terreno su cui si è formato: più egli si sente cosmopolita, più ha necessità di celebrare la sua identità e la sua storia personale e Girolamo Ciulla esprime questa esigenza in una dimensione e in una armonia singolare. Le sue opere ne fanno emergere nitida la sicilianità, così intrisa delle suggestioni dei miti della Magna Grecia, delle raffinate riflessioni delle civiltà antiche, concretizzandosi in quella tipica insularità che alimenta sogni lucidi e sensuali, passioni dell’intelligenza e della fantasia”.
La mostra di Girolamo Ciulla è corredata di catalogo con testi redatti dalla curatrice Alessandra Belluomini Pucci per conto della Fondazione Villa Bertelli.