Dronero, in provincia di Cuneo, festeggia i trent’anni del Museo Luigi Mallé con la mostra dedicata a Matteo Olivero (borgata Villa di Acceglio, 1879 – Saluzzo, 1932), con 90 opere tra dipinti, bozzetti, sculture, disegni e documenti, aperta fino al 7 settembre prossimo, ideata da Museo Mallé, Mamo Educational Foundation e Accademia Albertina di Belle Arti di Torino e realizzata a cura di Ivana Mulatero e Antonio Musiari.

Diversi sono i fili del passato che si intrecciano nell’esistenza di Matteo Olivero con Dronero, nella quale giunse bambino per frequentarvi i primi anni di scuola. Basti pensare che egli si introdusse inconsapevolmente anzitempo in casa Mallé dove il 7 aprile 1881 fu redatto il testamento del padre. In tale documento, registrato dal notaio Paolo Mallé, si espresse la volontà genitoriale, adempiuta dal 1888 grazie alla concorde e risoluta vedova, Lucia Rosano, madre e modella che decise di vendere i beni di famiglia pur di sostenere gli studi del figlio prima a Cuneo, presso la Regia Scuola Tecnica, poi a Torino per formarsi come pittore. Nelle aule dell’Accademia Albertina di Belle Arti, sotto la guida di Giacomo Grosso, Paolo Gaidano, Andrea Tavernier e altri validi maestri, il giovane artista già dal triennio preparatorio si rivelò padrone di una gamma di tecniche che seppe valorizzare con la precisione e l’accuratezza testimoniate in mostra da alcuni esempi.
Le cinque sezioni cui afferiscono le opere esposte prendono avvio dagli spunti biografici che culminano nello splendido Ritratto della madre nel costume della Val Varaita. Il percorso prosegue con soggetti di realismo sociale e scorci di una Dronero di acque e fucine, esaltando poi una serie di paesaggi delle Alpi Cozie. Fanno da contrappunto incontri e amicizie riversati in intensi ritratti e la spiritualità pervasiva in dialogo con scenari di montagna. Le vette, tema prediletto, esprimono la religiosità del pittore inscindibile dall’elevazione verso un Cielo che a grande altezza appare più vicino.
La scelta delle opere, in prevalenza dipinti e disegni, contribuisce ad arricchire la conoscenza della produzione, ingente e in via di riscoperta, custodita sia in collezioni pubbliche, sia in raccolte private. Numerosi inediti, provenienti per quanto riguarda il patrimonio artistico pubblico dalle Collezioni Civiche e dal Fondo Olivero dell’Archivio Storico della Città di Saluzzo, sono accostati a prestiti da dimore private anche geograficamente assai distanti dall’area meglio attestata di diffusione della pittura di Olivero. A tali inediti fa riscontro una selezione di dipinti noti che ricevono nuova luce dalla collocazione in rapporto ai soggetti e al metodo di lavoro cui l’artista affidava una poetica che sta riemergendo in tutta la sua complessità e che lo conferma tra i protagonisti della pittura non soltanto italiana dei primi tre decenni del Novecento.