Marzia Migliora. Lo spettro di Malthus


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Al MA*GA, Museo d’arte di Gallarate (VA), fino al 13 dicembre prossimo è esposta la mostra personale di Marzia Migliora, “Lo spettro di Malthus”, realizzata a cura di Matteo Lucchetti.

La mostra ruota attorno al progetto, realizzato grazie al sostegno di Italian Council, ambientato in gran parte nelle miniere di salgemma siciliane di Petralia e Racalmuto, formatesi circa 6 milioni di anni fa.

Marzia Migliori, Lo spettro di Malthus, MAGA, ArtBox, 2020

Lo Spettro di Malthus è l’ideale conclusione del ciclo di ricerca degli ultimi anni, che Marzia Migliora ha dedicato all’analisi sul rapporto tra produzione di cibo, merce e plusvalore del modello capitalista e allo sfruttamento delle risorse umane, animali e minerarie. Temi evocati fin dal titolo del progetto proposto in cui l’artista richiama la teoria enunciata da Thomas Malthus, economista e demografo inglese (1766-1834), che teorizzava, già a fine diciottesimo secolo, il problema dell’insostenibilità tra crescita demografica e produzione alimentare, indicando come conseguenze di monoculture e allevamenti industriali, possibili carestie e pandemie a livello globale.
La mostra si articola attorno a una serie di nuovi lavori di Marzia Migliora, in un percorso esperienziale site specific, che vede, tra le altre cose, la presenza di installazioni ambientali, un’animazione digitale realizzata in realtà virtuale, e una grande tenda in tre parti. Il pubblico infatti si muoverà attraverso tutto lo spazio espositivo scoprendo le opere aldilà delle tende, che introducono una linea temporale di crescita demografica, dal 1700 al 2100, sulla quale si focalizza la ricerca dell’artista.
Matteo Lucchetti chiarisce che: “Marzia Migliora ha immaginato questo lavoro come un’immersione nelle viscere della terra, fino a oltre cento metri di profondità sotto il livello del mare. Questa è la quota più profonda alla quale si trova il salgemma estratto da secoli nelle miniere siciliane di sale, in stratificazioni geologiche formatesi sei milioni di anni fa. Il lavoro, che prende la forma di un video in realtà virtuale, permette un viaggio altrimenti impossibile, nei tunnel scavati dall’uomo nella profondità della terra, che appaiono come intestini popolati da animazioni provenienti dai disegni dell’artista, i quali visualizzano alcuni passaggi fondamentali del conflitto tra il cosiddetto progresso e i suoi costi all’interno dell’ecosistema”.
Accompagna l’iniziativa, un’edizione d’artista in forma di rivista, distribuita in edicola venerdì 16 ottobre con il settimanale Internazionale, ed è stata preceduta da un ebook, scaricabile dal sito www.museomaga.it, dedicato agli sketchbook inediti di Marzia Migliora che svelano e anticipano il percorso di ricerca e produzione a cui l’artista sta lavorando da oltre un anno.

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