Biennale Arcipelago Mediterraneo 2019


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Questa è la seconda edizione di BAM-Biennale Arcipelago Mediterraneo, che si svolge in diverse sedi a Palermo fino all’8 dicembre prossimo, ideata e curata dalla Fondazione Merz in collaborazione con European Alternatives e con una sezione BAM – Palermo con iniziative frutto della sinergia con le istituzioni culturali della città.

Gili Lavy-Furlong, Convento della Magione, UberMauer, BAM 2019

Si tratta di un festival internazionale di teatro, musica e arti visive dedicato ai popoli e alle culture dei Paesi che si affacciano sul mare, incentrato sulle tematiche dell’accoglienza e del dialogo. Palermo continua così a portare avanti la sua visione etica e culturale di laboratorio sociale tra i più importanti del Mediterraneo.
Il titolo dell’edizione 2019 è ÜberMauer (Oltre il muro), e si svolge nell’anno in cui ricorrono tre anniversari di forte significato politico e simbolico: i trentennali della caduta del Muro di Berlino e della rivolta di Piazza Tienanmen e il cinquantenario dei moti di Stonewall. Da questi spunti storici prende avvio il progetto che vede un ricco palinsesto di eventi, disseminati nei luoghi storici della città, dal centro alla periferia, con la partecipazione di artisti di fama internazionale. Il programma è stato scritto a più mani da Fondazione Merz e da European Alternatives, che per l’occasione sposta a Palermo il proprio Transeuropa Festival, assieme ai vari attori della vita culturale, artistica e politica della Città di Palermo.
Così, BAM, Biennale Arcipelago Mediterraneo re-interpreta e unisce attraverso l’arte i luoghi iconici della polis, mettendo in comunicazione il passato con il presente, verso una prospettiva di continuo cambiamento e inclusione, che come ci ha insegnato il filosofo Walter Benjamin, ci dovrebbe portare, sempre più, a “rendere familiare ciò che è straniero e straniero ciò che è familiare”.
Sono diciotto gli artisti coinvolti per le arti visive, da Alfredo Jaar a Shilpa Gupta, Damian Ortega, Michal Rovner, Francesco Arena, Giuseppe Lana, che opereranno in una visione etica di Palermo come laboratorio sociale.

Invece, i luoghi coinvolti sono: Piazza Magione, il Teatro Garibaldi, lo Spasimo, la Chiesa dei SS. Euno e Giuliano, Teatro Bellini, Convento della Magione e la Sala sopra le Mura dello Spasimo. E sembra proprio che quella della mostra diffusa, che vede Palermo e i suoi suggestivi spazi diventare palcoscenico d’eccezione per l’arte contemporanea, possa diventare la cifra stilistica, se non addirittura un format, per eventi ed esposizioni di carattere internazionale, mettendo alla prova artisti nel misurarsi con gli spazi e nello sperimentare all’interno di essi differenti media e soluzioni formali e installative.

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