Corrispondenze barocche


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Prosegue e si consolida la collaborazione tra “La Galleria. Collezione e Archivio Storico” di BPER Banca ed il Museo Civico di Modena con la mostra “Corrispondenze barocche”, in programma fino al 22 agosto presso gli spazi espositivi di via Scudari 9 a Modena.

Curata da Lucia Peruzzi, storica dell’arte e consulente di BPER Banca, l’esposizione approfondisce alcune tematiche della pittura barocca emiliana, integrando il patrimonio della collezione bancaria con quello del museo e, in particolare, con dieci opere provenienti dalle collezioni Campori e Sernicoli, temporaneamente non accessibili al pubblico per lavori di ristrutturazione dei locali.

Luca Ferrari, Giuditta con la testa di Oloferne, olio su tela, 116×101 cm-Modena, Museo Civico d’Arte, inv Ser 13

Un momento di inagibilità delle sale che si trasforma in un’occasione di studio, alla ricerca delle “Corrispondenze barocche” tra le opere di Lucio Massari (Bologna, 1539-1633), Alessandro Tiarini (Bologna, 1577-1668), Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino (Cento, 1591 – Bologna, 1666), Ludovico Lana (Codigoro, 1597 – Modena, 1646), Jean Boulanger (Troyes, 1608 – Modena, 1660), Michele Desubleo (Maubege, 1602 – Parma, 1676), Luca Ferrari (Reggio Emilia, 1605 – Padova, 1654) e Francesco Stringa (Modena, 1635-1709) presenti nelle collezioni di BPER Banca e del Museo.
Basilari nella formazione del museo sono le figure storiche di collezionisti come Giuseppe Campori (1821-1887) e Matteo Campori (1857-1933) alle quali, in epoca moderna, si è aggiunta quella di Carlo Sernicoli (1938-2007).
Tra le principali opere in esposizione, si segnalano “Rinaldo e Armida” del Tiarini, paradigmatico delle propensioni naturalistiche con cui l’artista si avvicina al soggetto tassesco, arricchite da una reinterpretazione più sensuale di stampo già barocco, e la “Decollazione del Battista”, la cui regia luminosa esalta l’ingenuità e il languore della figura di Salomè, con i significati morali che le sono sottesi. Le opere di Ludovico Lana e di Jean Boulanger rappresentano l’alta qualità dell’arte legata ai gusti della corte estense prima dello scadere del secolo. Se in “Erminia e Tancredi” di Lana l’attentissima regia di gesti e di effetti luminosi nulla tolgono a una narrazione resa in termini di romantica adesione sentimentale, nelle tele di Boulanger “Due putti che giocano con un’aquila” e “Clio, musa della storia” trapela l’impronta estrosamente manierista della cultura d’origine elaborata attraverso l’eleganza classica di Guido Reni. Questi caratteri lo renderanno una delle personalità più versatili e interessanti del Seicento in Emilia, protagonista assoluto della decorazione del Palazzo Ducale di Sassuolo. Naturalismo emiliano e ricchezza cromatica neo-veneta si flettono nel “San Giovanni Battista” di Luca Ferrari, vero e ideale convivono nella “Testa di fanciulla con turbante” di Francesco Stringa, che nelle opere della tarda maturità si avvicina ad un gusto più aggraziato, in dialogo con il classicismo bolognese e con le ambizioni culturali e autocelebrative delle corte.
La mostra è parte di un più ampio progetto di valorizzazione del patrimonio culturale di BPER Banca.

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