Giovanni Battista Crema. Oltre il Divisionismo


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Al Castello Estense di Ferrara è allestita la prima grande mostra antologica di Giovanni Battista Crema (1883-1964), fino al 29 agosto, realizzata a cura di Manuel Carrera e Lucio Scardino.
Ferrarese di nascita ma romano d’adozione, Giovanni Battista Crema ha lavorato senza sosta per oltre sessant’anni, interpretando con la sua arte la modernità e le contraddizioni del Novecento.

Giovanni Battista Crema, Oltre il Divisionismo, Castello Estense, Ferrara


A più di mezzo secolo dall’ultima esposizione monografica, la sua città gli dedica una mostra: una selezione di opere provenienti dalle collezioni civiche viene messa in dialogo con importanti prestiti da musei e collezioni private, con il corredo di documenti inediti provenienti dell’archivio degli eredi dell’artista, tra cui il toccante manoscritto autobiografico intitolato Memorie inutili di un sopravvissuto. Dal socialismo umanitario degli anni giovanili, quando frequentava il cenacolo di Giacomo Balla, all’originale commistione di realismo e simbolismo della maturità, il percorso di Crema racconta l’immaginario di un artista dalla forte vocazione narrativa, espressa tanto in trittici e opere di grandi dimensioni, quanto in dipinti da cavalletto e piccoli disegni a matita.
La mostra è suddivisa in sette sezioni tematiche, precedute da una sala introduttiva in cui l’artista si presenta attraverso la propria immagine, con due autoritratti di epoche diverse e un ritratto scultoreo di Silverio Montaguti.
Dopo un focus su ritratti, scene di vita domestica e nudi femminili, la mostra restituisce l’esperienza del pittore ferrarese al fronte. In guerra, Crema rappresentò con piglio realista scene di vita militare, tra soldati in partenza, trincee, lanci di granate e assedi. L’artista prese parte attiva anche al secondo conflitto mondiale, quando il Ministero della Marina gli propose un incarico di prestigio: documentare, come “pittore di guerra”, la vita a bordo delle navi militari.
La riflessione sui temi della furia bellica fa da contraltare a quella sulla duplice valenza dell’ingegno e del progresso, a cui è dedicata l’ultima sezione. Concesso in prestito dalla Fondazione Lucio Dalla, è qui esposto il grande dipinto del 1935 intitolato Secolo XX. L’opera dialoga con i pannelli del monumentale polittico Itala gens, in cui Crema, attraverso un parallelismo tra i temi dell’arte e della fede e quelli della scienza e della guerra, mette in pittura il suo rapporto tormentato con la modernità.

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