Nespolo fuori dal coro


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La mostra “Nespolo fuori dal coro” è esposta a Palazzo Reale di Milano fino al 15 settembre e la sua visita, che permette di fare un viaggio nel mondo di Ugo Nespolo attraverso una multiforme esperienza artistica vissuta al di fuori dei canoni dominanti, è gratuita.

Il percorso espositivo, a cura di Maurizio Ferraris, comprende 200 opere che raccontano le evoluzioni della carriera artistica di Nespolo. Cultura e ironia i concetti antistanti ogni opera, disparati i materiali con cui le ha realizzate: dal legno ai metalli, dalle ceramiche ai vetri.

Ugo Nespolo, Window poem

Ad aprire la mostra sono le opere che anticipano l’Arte Povera; di questo periodo sono “Molotov”, “Condizionale”, “Power Violence”, “Radio”, “Semplicissimo” e molti lavori “Senza titolo”, assemblaggi ad alto tasso di creatività fatti di vimini, formica, legno, colle, acciaio, ferro, carta, ready made. Nasce in questi anni la tecnica dei “puzzles”, che del lavoro di Nespolo diventano ben presto la più riconoscibile cifra distintiva. L’artista ritaglia e rifila pezzi sagomati di legno, incastrati e fatti combaciare fra di loro per comporre figure dai contorni irregolari: tessere perlopiù monocromatiche, che danno vita alla combinazione di inedite immagini policrome. Precoce è anche la passione di Nespolo per il cinema: l’artista dà vita, con Mario Schifano, al Cinema degli Artisti, ispirato al New American Cinema che conosce tramite Jonas Mekas, Warhol, Yōko Ono, P. Adams Sitney. Tra il 1967 e il 1968 realizza film come “Grazie Mamma Kodak”, “La galante avventura del cavaliere dal lieto volto”, “Le gote in fiamme”, “Neonmerzare”, “Buongiorno Michelangelo”, “Boettinbianchenero”, “Tucci-Ucci”, che hanno come protagonisti gli amici Enrico Baj, Lucio Fontana, Mario Merz, Michelangelo Pistoletto, Alighiero Boetti. A Milano, grazie a Fernanda Pivano, conosce anche i più significativi esponenti della beat generation, Jack Kerouac e Allen Ginsberg, che diventa il protagonista del film A. G. (1968).

Tra il 1973 e il 1985 Nespolo è a New York dove si afferma la pop art, cui guarda con interesse, pur senza trascurare la tradizione delle avanguardie europee, dal Futurismo al Dada: Depero, in particolare, gli offre il modello di un’arte ludica, pienamente inserita nel contesto della vita quotidiana. Di qui l’attenzione per il design e la pratica assidua di un’arte applicata, che ha portato Nespolo a cimentarsi nei settori più disparati, dall’abbigliamento all’arredamento, dalle copertine di libri e di dischi alla grafica pubblicitaria.

Nespolo è stato protagonista di importanti mostre realizzate in tutto il mondo: da New York a Tokio, da Londra a Seoul, da Pechino a Mosca, sino a quella itinerante del 1997 nelle capitali del Sud America, in una ininterrotta e straordinaria esperienza di arte e vita. Un percorso dunque estremamente lineare fatto di eclettismo e di ricerca per una mostra e un personaggio che insieme alla dimensione culturale rivendica con le sue opere un ruolo autonomo, originale, popolare e per questo “fuori dal coro”.

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