Da Dalì a Botero. Arazzo contemporaneo


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Il Museo MACA di Acri (CS) ospita, da domani, 6 luglio, al 3 novembre, una straordinaria mostra dedicata all’arazzo, una tecnica tanto antica quanto varia, ai nostri giorni, che analizza la stupefacente attualità di questa branca dell’arte in grado di rispettare la classicità e la tradizione pur guardando all’innovazione. Essa mette in risalto, soprattutto, l’interesse che gli artisti contemporanei riservano a questa tecnica e a questi materiali e come ognuno trovi il proprio modo di esprimersi con i filati, allo stesso modo in cui impiega colori e pennelli o matite.

La mostra è organizzata dall’Associazione culturale Oesum Led Icima con i patrocini di: città di Acri, Regione Calabria Cultura, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, I.N.A.C. – Istituto Nazionale d’Arte Contemporanea ed è realizzata a cura di Anselmo Villata.

Sono 34 gli artisti presenti in mostra con le loro opere: Alighiero Boetti, Egidio Bonfante, Fernando Botero, Sandro Cherchi, Antoni Clavé, Pietro Consagra, Corneille, Antonio Corpora, Salvador Dalì, Alain Dupuis, Agenore Fabbri, Pericle Fazzini, Lucien Fleury, Albino Galvano, Robert Indiana, Riccardo Licata, Pompilio Mandelli, Verdiano Marzi, Umberto Mastroianni, Jean Messagier, Henry Moore, Enrico Paulucci, Edouard Pignon, Armando Pizzinato, Maurizio Roasio, Piero Ruggeri, Bruno Saetti, Giuseppe Santomaso, Gustave Singier, Silvano Spessot, Vittorio Tavernari, Rosario Tornatore, Giulio Turcato, Emilio Vedova.

Sono qui proposte diverse tecniche che vanno dal tessuto al telaio (alto o basso liccio) al ricamo, al piquage, all’annodato, mentre i filati impiegati sono di diversa natura: dalla lana merinos, al cotone, alla seta pura, fino alle fibre più moderne come nylon, filati d’oro e d’argento. Ma l’oro rientra nella tradizione dell’arazzo, poiché veniva già impiegato in antichità, soprattutto per opere di soggetto religioso. Inoltre, molti arazzieri producono e “inventano” personalmente le tinte e le sfumature che siano fedelissime al bozzetto dell’artista e tingono i loro filati. Presenti in mostra sono molti gli arazzi realizzati da Alain Dupuis che, dopo aver studiato nell’atelier di Jean Lurçat, ha brevettato una tecnica di sua invenzione: il piquage, che gli permetteva la massima fedeltà al bozzetto.

Com’è noto, oggi l’arazzo non è più un oggetto di utilità, com’era in tempi passati e remoti anche come isolatore termico nelle dimore o nelle tende da campo, ma è una reale opera d’arte per cui anche le dimensioni si sono adeguate agli alloggi moderni. In questa mostra è presente un campionario molto vario di tutto quanto sopra citato ed è documentato anche dal catalogo edito da Verso l’Arte per l’occasione in cui sono riprodotte tutte le opere esposte e il testo di Anselmo Villata.

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