Dal gesto alla forma. Arte europea e americana del dopoguerra nella Collezione Schulhof


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Ellsworth Kelly, Rosso blu (Blue Red), 1964, Fondazione Solomon R Guggenheim, Collezione Hannelore B e Rudolph B Schulhof, lascito Hannelore B Schulhof, 2012, ©Ellsworth Kelly

La Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, fino al 18 marzo ospita la mostra “Dal gesto alla forma. Arte europea e americana del dopoguerra nella Collezione Schulhof”, realizzata a cura di Gražina Subelytė, in collaborazione con Karole P. B. Vail, direttrice del museo veneziano.

Nel 2012 ottanta opere d’arte europea e americana del dopoguerra sono andate ad aggiungersi alle collezioni della Fondazione Solomon R. Guggenheim, quale lascito di Hannelore B. Schulhof (1922–2012) e del marito Rudolph B. Schulhof (1912–1999). La mostra è l’occasione per vedere la Collezione Schulhof nel suo complesso, con quasi tutte le opere esposte e allestite sulla base degli sviluppi formali dell’arte del periodo postbellico, seguendo così i passaggi tra i movimenti e gli stili che si sviluppano a partire dalla fine della Seconda guerra mondiale fino agli anni ’80 del Novecento.

L’immaginario astratto, inteso come ricerca sul colore, sulla forma e sullo spazio e le loro interrelazioni, caratterizza il linguaggio artistico del dopoguerra e diviene il caposaldo della Collezione Schulhof.

Lasciata la Germania nativa allo scoppiare della guerra, Hannelore si reca a Bruxelles, dove viene aggiunta da Rudolph Schulhof, di origini boeme, con cui si sposa. I coniugi partono così per gli Stati Uniti e nel 1940 si stabiliscono a New York acquisendo ben presto la cittadinanza americana. Iniziano a collezionare opere d’arte verso la fine degli anni ’40 e quattro decenni più tardi sono ormai conosciuti per il grande criterio con cui collezionano. Si concentrano sull’arte contemporanea europea e americana e spesso stringono amicizia con gli artisti di cui acquistano le opere.

A partire dal nucleo originario di opere appartenenti all’Espressionismo astratto e all’Informale, la collezione si apre al Minimalismo per arrivare poi all’Astrazione post-pittoricae all’Arte concettuale.

L’allestimento segue questo evolversi di un’astrazione sempre più minimale e raffinata. Partendo dalle opere di Willem de Kooning, Hans Hofmann, Joan Mitchell, Mark Rothko, Cy Twombly, Afro Basaldella, Alberto Burri e Lucio Fontana, la mostra prosegue con i lavori di Jean Dubuffet, Agnes Martin, Anselm Kiefer, Hans Hartung ed Eduardo Chillida, per arrivare ai dipinti e alle sculture di Andy Warhol, Donald Judd, Ellsworth Kelly, Kenneth Noland, Frank Stella e Robert Ryman, tra gli altri. Seguendo stili, tematiche, affinità, vengono qui analizzate le nozioni di gesto, materia, monocromo, segno, griglia, geometria hard-edge e forma. La mostra intende celebrare come la Collezione Schulhof, nell’attraversare gli oceani e le culture, rifletta la polifonia di voci delle molteplici tendenze artistiche del dopoguerra. Sono infatti gli artisti contemporanei che vivono su entrambe le sponde dell’Atlantico ad essere il fulcro della collezione, con “uguale impegno, dall’inizio alla fine” secondo le parole di Hannelore Schulhof (lettera a Wilder Green, direttore dell’American Federation of Arts, New York, 26 aprile 1984, The Schulhof Collection Archives, Fondazione Solomon R. Guggenheim, Venezia). 

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