Luca Gilli. Di/Stanze


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Luca Gilli, Incipit #9701, 2015, Courtesy Paola Sosio Contemporary Art

Al Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano, fino all’8 aprile, è accolta la mostra “Di/stanze”, a cura di Matteo Bergamini e realizzata in collaborazione con Paola Sosio Contemporary Art di Milano. La mostra raccoglie 21 fotografie di Luca Gilli (1965) selezionate da cicli di lavori recenti dal titolo “Incipit” e “Blank”, dedicati rispettivamente alla costruzione del padiglione della Santa Sede a Expo Milano 2015 (Incipit) e all’indagine di spazi interni in costruzione, ambienti chiusi e cantieri (Blank, 2008-2017). Il corpus dell’esposizione ruota intorno al concetto di “pittoricità” che si scopre in entrambe le serie di Gilli, formalizzato dal fotografo usando come soggetti una serie di componenti trovati in interni in costruzione, dove l’uso eccessivo di luce modifica la percezione dell’osservatore creando muri senza fine né angoli, spazi senza profondità.

Pennellate di colore su muro e cemento umido, sacchi di polistirolo, canaline elettriche, tracce di lapis da muratore, future bocchette d’areazione e tubi di scarico sono i soggetti dell’indagine che restano, una volta fissati, lontani dalla loro natura e da qualsiasi altra forma riconoscibile.

Le fotografie d’allusione di Gilli si pongono ben altrove rispetto alla sempre viva e comune percezione della fotografia come mezzo per la “raffigurazione”. Sono immagini evanescenti, lontane da una celebrazione fisica, dalla carnalità, al confine tra mondo visibile e invisibile, dove gli espedienti della prospettiva sono annullati a favore di una visione oltre il limite.

Gilli cattura interni che saranno abitati, frammenti di “stanze” ancora lontane dalla loro oggettualità e dal loro fine ultimo quotidiano, che possiamo intendere, immaginare e cogliere, riuscendovi o meno, solo tentando di annullare il divario che intercorre tra la prova trasposta e l’inquadratura originale.

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