Rachel Whiteread e Vivian Suter


Stampa

Le mostre personali di Rachel Whiteread e Vivian Suter sono il nuovo appuntamento del ciclo La Collezione Impermanente e aprono la stagione estiva della GAMeC di Bergamo, nell’anno di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura. “…And the Animals Were Sold”, fino al 29 ottobre, è l’installazione inedita pensata dalla celebre artista inglese Rachel Whiteread per la città di Bergamo, in conversazione con l’architettura e la storia del Palazzo della Ragione.
Gli spazi della Galleria accoglieranno invece “Home”, fino al 24 settembre, la prima mostra personale in un museo italiano di Vivian Suter, artista di origini svizzere, nata in Argentina e residente a Panajachel, in Guatemala, dai primi anni Ottanta. 
La programmazione estiva si chiude con La Collezione Impermanente #4, il quarto episodio della piattaforma di ricerca, espositiva e laboratoriale che dal 2018 riflette sulla natura ibrida della collezione della GAMeC e sulle sue possibilità di sviluppo.

Vivian Suter, Home, GAMeC, Bergamo

La mostra di Rachel Whiteread è realizzata a cura di Lorenzo Giusti e Sara Fumagalli e presenta un’installazione inedita pensata in relazione alla città e in conversazione con l’architettura e la storia del Palazzo. Da sempre interessata a quegli spazi che appartengono alla nostra vita quotidiana ma che vengono spesso dimenticati, Rachel Whiteread realizza per la Sala delle Capriate un’installazione ambientale composta da sessanta sculture, che costituiscono la materializzazione dello spazio vuoto compreso fra le gambe di due differenti modelli di sedute.  Le sculture sono realizzate in diverse tipologie di pietre che si ritrovano nei materiali di costruzione sia del Palazzo della Ragione sia di Piazza Vecchia, come nel caso della pietra di Sarnico nella facciata del Palazzo della Ragione e del marmo di Zandobbio nella Fontana del Contarini, e che vengono tutt’ora estratte dalle cave del territorio bergamasco. La mostra di Vivian Suter, a cura di Lorenzo Giusti, raccoglie quasi 200 tele realizzate dall’artista nel corso di fasi diverse della propria produzione.  Dagli inizi degli anni Ottanta, in seguito a un lungo viaggio nel Sud del mondo, Suter si è stabilita in Guatemala, sulle rive del lago Atitlán. Da allora il suo lavoro si è sviluppato attraverso uno scambio sempre più stretto con gli elementi dello straordinario contesto naturale e antropologico in cui la sua casa-studio di Panajachel si inserisce, tra comunità indigene, foreste pluviali e cime vulcaniche. Aperte alle infinite possibilità del caso, le tele di Vivian Suter, sporcate dal vento, dalla pioggia, dal fango o dai piccoli organismi del bosco, raccontano l’intimo legame che le tiene unite alle forze vitali dell’ambiente da cui scaturiscono. La mostra alla GAMeC restituisce la dimensione visiva di questo connubio straordinario, la densità del sistema integrato di piante, persone, animali e relazioni alla base del lavoro di Vivian Suter. Una dimensione in cui arte e natura si innestano l’una nell’altra, senza soluzione di continuità. Al centro dello spazio espositivo, una struttura in legno evoca questa dimensione domestica, mentre le tele a essa sostenute, insieme a quelle distribuite sulle pareti della grande sala che le ospita, dipinte con gli stessi colori rosso porpora e verde acquamarina della casa dell’artista, simulano l’intreccio di forme, luci e colori caratteristica dell’ambiente in cui i lavori nascono e si trasformano.

Share Button