Nicola Sansone


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Al Mo. Ca., Centro delle nuove culture di Brescia, fino al 16 luglio è allestita la personale di Nicola Sansone (1921-1984), fotografo colto e socialmente impegnato che appartiene a quella “schiera romana” di reporter che a partire dagli anni ’50 ha segnato una stagione di grande fermento culturale nell’ambito del fotogiornalismo italiano.

Nicola Sansone, America, 1958

Insieme ad altri protagonisti quali Caio Mario Garrubba, Antonio Sansone, Calogero Cascio e Franco Pinna, fondò l’agenzia “Realphoto” che per molto tempo produsse servizi di notevole valenza per la stampa nazionale e internazionale.

A metà del secolo scorso, Nicola Sansone e gli altri della “banda” della colonna romana della fotografia, si sono fatti interpreti di un nuovo modo di fare giornalismo che, come recita Uliano Lucas, “getta il proprio sguardo oltre i consueti modi di utilizzare la fotografia della stampa italiana del tempo e scopre il linguaggio delle immagini come strumento di denuncia e di libertà, di rottura e di indipendenza”.

L’esposizione, curata da Renato Corsini, presenta 120 immagini scattate tra gli anni ’50 e la fine degli anni ’60, frutto dei suoi viaggi in America, in Africa, in Giappone, in Turchia, in Thailandia, in Germania e in Italia, provenienti dall’archivio personale del fotografo, custodito per decenni come “il mio tesoro nascosto” nelle amorevoli mani della figlia Lea.

Questo patrimonio torna alla luce nel 2020, quando Renato Corsini ne viene a contatto organizzandolo ed interpretandolo per proporre, attraverso la realizzazione della mostra e la pubblicazione del relativo catalogo, la completezza insieme al valore artistico e storico del suo lavoro.

La rassegna è una delle iniziative della VI edizione del Brescia Photo Festival, promosso da Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei, in collaborazione con il Ma.Co.f – Centro della Fotografia Italiana, con la curatela artistica di Renato Corsini, che propone una serie di iniziative allestite nelle più prestigiose sedi espositive della città che, nell’anno di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, ruota attorno al tema Capitale, e alle aree d’azione su cui si costruisce il programma; in particolare, la cultura come cura, che reinterpreta la tradizione solidale locale, la città natura, per ridisegnare le relazioni in vista di una coesistenza sostenibile, la città dei tesori nascosti, per ripensare il rapporto con il patrimonio esistente.

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