A Palazzo delle Esposizioni di Roma, fino al 27 agosto, curata da Francesco Vezzoli e Stéphane Verger, è in corso la mostra “Vita Dulcis”, ideata da Azienda Speciale Palaexpo, Museo Nazionale Romano e Studio Vezzoli, che prende spunto dalla più recente produzione dell’artista per proporre al pubblico un inedito e sorprendente percorso che accosta arte contemporanea, archeologia e cinema.
La mostra pensata per il Palazzo delle Esposizioni, promossa dal Ministero della Cultura, Roma Culture, Azienda Speciale Palaexpo e Museo Nazionale Romano e organizzata da Azienda Speciale Palaexpo, vede l’intersezione di diversi livelli: l’arte contemporanea, la storia romana attraverso le opere provenienti dalle sedi del Museo Nazionale Romano e la rappresentazione che della storia romana è stata fornita attraverso il cinema nel corso del Novecento.
Intorno alla Sala Rotonda di Palazzo delle Esposizioni si sviluppano sette sale tematiche, ognuna dedicata a un aspetto peculiare della storia dell’Impero Romano, senza alcuna pretesa di realizzare un’analisi scientifica completa o omnicomprensiva, ma piuttosto con l’intento di suggerire una visione alternativa, più “obliqua”, dei temi più vivi e appassionanti – e per questo ancora molto contemporanei – che questi reperti archeologici ci ispirano da più di duemila anni.
La prima sala, intitolata Para Bellum, è dedicata al tema della guerra e al culto della potenza del corpo maschile, inteso nella sua duplice accezione di difensore armato e protettore di valori estetico-morali.
La seconda sala Animula Vagula Blandula è dedicata a un tema molto vicino al cuore della produzione artistica di Francesco Vezzoli: il culto di Antinoo fondato dall’Imperatore Adriano, come definitiva creazione culturale ed estetica della passione amorosa.
La terza sala Dux Femina Facti vuole evidenziare l’importanza della celebrazione della donna, imprescindibile nella cultura romana.
La quarta sala, intitolata Certa Omnibus è dedicata al culto dei defunti, molto sentito nell’antica Roma.
“Fellini Satyricon” (1969) dà lo spunto centrale al tema della quinta sala, Ridentem Dicere Verum. La celebre sequenza della cena di Trimalcione fa da sfondo a un’installazione di sculture (teste e busti di personaggi storici) apparecchiate come in un banchetto dionisiaco, al cui centro appare una delle opere più riconoscibili e iconiche del Museo Nazionale Romano: l’Ermafrodito dormiente del II sec. a.C.
Due imponenti e suggestive soluzioni installative illustrano il tema delle ultime due sale: la celebrazione del potere imperiale e la forza distruttiva della sua degenerazione.
La sesta sala Ubi Potentia Regnat ospita una sequenza di ritratti di imperatori romani, appartenenti alla collezione di Palazzo Massimo, mentre nella settimana e ultima sala della mostra, Mixtura Dementiae, dedicata alla caduta dell’impero, una serie di preziosi frammenti e reperti, molti dei quali provenienti dalla sede di Crypta Balbi, sono di contrappunto alla proiezione di “Trailer for a Remake of Gore Vidal’s Caligula” (2005), un segno con cui Francesco Vezzoli intende, a conclusione del percorso espositivo, chiudere un cerchio su questa parte della sua ricerca artistica dedicata allo studio, la citazione e l’intersezione di opere antiche e di opere contemporanee.