Franco Garelli. Antologica


Stampa

Al Museo Ettore Fico di Torino fino al 2 luglio è esposta una mostra monografica e antologica su Franco Garelli (Diano d’Alba 1909 – Torino 1973), una tra le personalità più rilevanti dell’arte italiana del secondo Dopoguerra definito da Lionello Venturi “il maggior rappresentante dell’arte Informale” del Novecento.

È una retrospettiva composta da oltre 100 opere tra pittura, sculture in ferro, bronzo e lamiera, ceramiche e gli innovativi Plamec (quadri tridimensionali in materiale plastico).

Franco Garelli fu amico e collaborò con Lucio Fontana, il gruppo Gutai, Pinot Gallizio, il Gruppo Cobra, lungo la linea di una ricerca internazionale. Presente alle Biennali di Venezia del
1948, 1954 e 1966 e alle Quadriennali di Roma del 1951-52 e del 1955-56, è stato, con la sua arte e i suoi contatti personali, un importantissimo ambasciatore della cultura italiana e torinese nel Mondo che culminò nella sala personale alla Biennale di Venezia del 1966 con i “tubi in lamiera” tra Spazialismo, Pop Art e Arte Povera. Fu anche tra i protagonisti di Spoleto 1961 – Sculture nella città, uno fra i più importanti eventi per la scultura internazionale del XX secolo in Italia.

Garelli è stato oggetto dell’attenzione dei maggiori critici del Novecento da Venturi a Crispolti, da Tapiè a Dorfles. Collaborò con i maggiori galleristi del suo tempo come Carlo Cardazzo (galleria del Cavallino a Venezia e galleria del Naviglio a Milano), con Palazzoli della galleria Blu di Milano, la galleria Stadler di Parigi, la Marta Jackson Gallery di New York.

Fu un intellettuale del Novecento, medico di guerra e di professione, insegnante di Anatomia presso l’Accademia Albertina di Torino fino a quando cominciò a dedicarsi sempre più ed esclusivamente alla propria arte, cercando in essa, con ostinazione, un proprio percorso lirico ed estetico, una personalità capace di entrare in empatia con le ricerche più vive della sua contemporaneità.

La sensibilità e l’impegno di medico uniti alla sensibilità artistica diedero vita a una produzione di opere in cui l’uomo e la sua “forma” sono sempre al centro dell’opera, ciò che fu definito da Crispolti “l’umanesimo tecnologico” di Garelli.


Questa mostra, a cura di Andrea Busto, si pone come la prima in cui vengono proposte opere mai esposte precedentemente, frutto di una ricerca approfondita e pluridecennale, fra i collezionisti privati e pubblici. Il catalogo, a cura di Andrea Busto, è frutto di un’inedita campagna fotografica e di nuove e approfondite ricerche. Nell’ambito della mostra sono previsti percorsi di approfondimento intorno ai monumenti pubblici realizzati da Garelli: dalla celebre cancellata in ferro della sede Rai al monumento ai Caduti di Beinasco.

Share Button