Bob Dylan. Retrospectrum


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Un Bob Dylan diverso da come lo conosciamo, si svela al MAXXI, Museo nazionale delle arti del XXI secolo, di Roma con una mostra che traccia il suo percorso nella creazione di arte visiva attraverso viaggi e geografie, sia interiori che fisiche, realizzata a cura di Shai Baitel e visibile fino al 30 aprile.

Bob Dylan, figura iconica il cui talento e lavoro spaziano tra mezzi e discipline, ha portato avanti per molti decenni una pratica di arte visiva: Retrospectrum è la prima mostra monografica europea che ne esplora l’ampia opera.

La natura multiforme di Dylan è raccontata attraverso un’ampia gamma di opere d’arte, qui esposte oltre 100, che vanno dai dipinti a olio, agli acrilici, agli acquerelli, ai disegni a inchiostro, pastello e carboncino, fino a una serie di sculture in ferro. Attraverso otto sezioni tematiche: Early Works, The Beaten Path, Mondo Scripto, Revisionist, Drawn Blank, New Orleans, Deep Focus e Ironworks, la mostra offre la possibilità di ripercorrere l’esperienza vissuta da Dylan nel campo dell’arte visiva.

Bob Dylan, Endless Highway, 2015-2016

Le opere selezionate per la mostra di Roma rappresentano un diario visivo che documenta la trasformazione delle fonti e degli stili che hanno ispirato e influenzato Dylan nel corso degli anni. Attraverso nuovi e continui incontri con ambienti e persone in continua evoluzione, il suo lavoro si evolve costantemente in modi entusiasmanti, riflettendo la sensibilità di una voce autenticamente artistica.

I lavori esposti mettono in luce quei motivi che da sempre fanno parte dell’immaginario di musicista di Dylan e che tornano, sotto forma di disegno e di colore, anche nei suoi dipinti. Come scrive lui stesso nel catalogo della mostra (a cura di Shai Baitel e pubblicato da Skira), le sue opere d’arte visiva raccontano “il paesaggio americano come lo si vede attraversando il paese, osservandolo per quello che è. Restando fuori dalle grandi arterie e percorrendo solo strade secondarie, in totale libertà”. Grandi metropoli, paesaggi brulli e sterminati, binari ferroviari, strade aperte, automobili, camion, pompe di benzina, motel, baracche, bar, negozi, cortili, cartelloni pubblicitari, insegne al neon: come nelle sue canzoni e nelle sue poesie, anche nei suoi dipinti Dylan rende poetica l’America più profonda 
Per l’occasione, verrà donata al museo un’opera di Dylan che arricchirà la collezione pubblica nazionale del MAXXI. Un lavoro che nasce intorno alla celebre canzone del 1965 Subterranean Homesick Blues, che vanta il primo (e forse più celebre) video musicale della storia.

La mostra è accompagnata da un catalogo in doppia edizione italiano e inglese, 224 pagine, edito da Skira e curato da Shai Baitel. Nel volume la vasta produzione artistica di Bob Dylan viene raccontata attraverso le immagini e il contributo di importanti scrittori, critici e artisti, tra cui Shai Baitel, Alain Elkann, Anne-Marie Mai, Greg Tate, Richard Prince, Bob Dylan, Caterina Caselli.
Inoltre, si susseguirà un programma di incontri che ne approfondiscono i temi e da un film screening per scoprire il rapporto di Dylan con il cinema. 

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