Doppiosogno. Daniela Balsamo / Rori Palazzo


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Due mostre personali, curate da Giulia Ingrao, compongono il progetto “Doppiosogno”, “Anomalie” di Daniela Balsamo e “Metabole” di Rori Palazzo; esse sono allestite in contemporanea nei due piani di Palazzo Belmonte Riso di Palermo, fino al 5 febbraio prossimo, e sono promosse dall’Assessorato dei Beni Culturali e Riso, Museo regionale d’arte moderna e contemporanea di Palermo.

Il tema dominante, sviluppato in modo personale da entrambe le artiste, è la rappresentazione inverosimile del reale, attraverso metamorfosi, effetti stranianti e immagini oniriche tanto presenti da sembrare reali. Una ricerca che risponde alla condizione effimera del momento storico che viviamo, nel quale il sogno si sostituisce alla vita reale, il confine tra scienza e mito diventa sempre più sottile e la condizione stessa dell’umanità si muove nell’incertezza.

Daniela Balsamo, La festa, 2022, olio su tela cm. 120×90

Anomalie di Daniela Balsamopresenta un mondo che va oltre il nostro presente e mette in scena un viaggio attraverso il tempo, in un futuro possibile e immaginifico. La natura mostra la sua potenza e la sua forza rigeneratrice mentre la figura umana sembra progressivamente scomparire.
In un processo inesorabile prende possesso prima dei manufatti umani trasformandoli, li conforma a se stessa, si insinua negli spazi costruiti dall’uomo e ci si ambienta come un camaleonte assume le forme e i colori in cui si trova. Ne scaturiscono le anomalie, irregolarità, difformità dalla regola e della struttura. I soggetti che l’artista rappresenta sembrano apparentemente usuali: raffigurazioni di oggetti, scorci, spazi umani che a ben guardare rivelano delle bizzarrie in stridente contrasto con la normalità.
Metabole di Rori Palazzo dirige lo sguardo oltre, μεταβάλλω, ovvero mutamento, trasferimento, variazione. Le fotografie di Rori Palazzo sono metabole del reale che raccontano ciò che non possiamo vedere ma che nel prendere forma sollecitano il desiderio di ambiguità e svelamento. Le composizioni immaginifiche messe in scena nei suoi tableaux photographiques appaiono radicate in un rigore estetico che ci consente di indugiare nel dettaglio di ciò che è rappresentato per andare oltre il limite della forma e accogliere la narrazione simbolica propria del mito.
I corpi dal volto trasfigurato e le figure femminili miste rimandano ad un immaginario mitologico ampio – Circe, Sibylla, Atena, Acanto, Proserpina, Dafne -, assunto come linguaggio in grado di indagare i valori chiave dell’esistenza, la complessità della condizione umana, il dramma psicologico dei ruoli e delle identità sessuali, la possibile trasmutazione in altro.

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