L’Accademia di Belle Arti di Macerata quest’anno compie 50 anni della sua istituzione e questo importante anniversario viene celebrato con una serie di incontri, mostre, attività artistiche, gran parte delle quali organizzate intorno al tema del gioco ma non solo. Il primo degli eventi celebrativi, che segnano l’avvio delle attività artistiche e culturali del cinquantenario è la mostra dedicata a “Adolfo de Carolis e la xilografia nelle Marche”, allestita proprio presso la GABA.MC fino al 28 gennaio 2023.
Nativo di Montefiore dell’Aso ma formatosi tra Bologna e Roma, De Carolis è stato uno dei più importanti rappresentanti di quella particolare declinazione del Liberty italiano che prendeva spunto dalla tradizione rinascimentale e dal preraffaellismo inglese, capace di restituire attraverso la sua variegata attività, che l’ha visto impegnato maggiormente in vasti cicli decorativi piuttosto che nella pittura da cavalletto, quelle atmosfere care al simbolismo europeo.
La mostra, curata da Maria Letizia Paiato e Loredana Finicelli, indaga un settore della sua attività che lo rese ulteriormente celebre e che gli consentì di riportare in auge una tecnica, la xilografia, totalmente caduta in disuso.
È qui presentato un significativo corpus di xilografie, oltre novanta opere provenienti dalla collezione di Francesco Parisi, che mostrano il grande talento artistico di De Carolis nonché quello dei suoi seguaci, chiamati dallo scrittore Ettore Cozzani “la bella Scuola”, accumunati da una tensione idealizzante neomichelangiolesca inconsueta nel panorama grafico italiano.
La mostra include inoltre un’ampia sezione dedicata alla celebre Scuola del Libro di Urbino, la più prestigiosa scuola di illustrazione italiana fondata e guidata dallo stesso De Carolis fino alla sua morte e proseguita, nella didattica, da alcuni suoi fedeli allievi come il marchigiano Bruno da Osimo.
Una terza sezione è dedicata ancora a quegli Xilografi marchigiani che mantennero inalterata nel corso degli anni la grande tradizione dell’incisione su legno come Attilio Giuliani di Ancona e Sanzio Giovannelli di S. Benedetto del Tronto.
Tre sezioni scandiscono la mostra affrontando diverse sfaccettature dell’ampio raggio d’influenza del grande artista marchigiano, fra cui non mancano alcune preziose edizioni originali, come ad esempio Fedra, la tragedia di Gabriele D’Annunzio, pubblicata da Treves Milano nel 1909, a raccontare il clima culturale nel quale lavorava De Carolis, oltre allo stretto legame con il Vate.
La mostra è corredata da un catalogo con saggi delle curatrici e una prefazione di Francesco Parisi.