Bruna Esposito / Fina Miralles


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A Napoli il MADRE, Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina, ospita fino al 9 gennaio prossimo due mostre in contemporanea: “Bruna Esposito. Con questi chiari di luna”, curata da Benedetta Casini, con una selezione di opere realizzate negli ultimi vent’anni e “Fina Miralles. I Am All the Selves that I Have Been”, a cura di Teresa Grandas, con la quale l’artista propone una serie di performance, fotografie, installazioni e dipinti.

Bruna Esposito, Quadrato in foglia d’oro e buccia di cipolla dorata, 2021 – Courtesy FL gallery_Wizard

Le opere di Bruna Esposito definiscono attraverso gli spazi espositivi un percorso costellato da pause, accelerazioni, corrispondenze e contrasti. La mostra denuncia l’interesse dell’artista per i detti popolari, confermato tra l’altro dai titoli dei lavori in mostra, nelle cui metafore spesso naturalistiche si stratifica una saggezza arcaica. Avvalendosi dell’accostamento fra materiali organici ed oggetti quotidiani, la produzione dell’artista si declina in composizioni essenziali impreziosite da un rigoroso equilibrio formale, impostato sulla millimetrica compensazione degli opposti. Fra le trame dei lavori in mostra è possibile leggere la sensibilità militante di Esposito, un’etica e un’estetica della fragilità e della precisione, il cui esito è una produzione caratterizzata da una silenziosa densità poetica.
La mostra “Fina Miralles. I Am All the Selves that I Have Been” affronta il lavoro di quest’artista attraverso una serie di performance, fotografie, installazioni e dipinti. La sua riflessione sulla natura e sull’artificio non si limita a sovvertire le convenzioni del nostro rapporto con l’ambiente in cui viviamo e in cui ci sviluppiamo come individui, ma ci invita anche a ripensare a ciò che intendiamo per arte, ai valori che sono alla base dell’arte e a ciò che le dà significato. La mostra non segue un ordine cronologico, ma si concentra su una serie di opere che sono centrali nella struttura della pratica di Miralles. Si tratta di opere che mettono in discussione concetti come l’appartenenza, l’autorità, il potere e l’ordine stabilito, nonché ciò che conferisce loro valore, invertendo costantemente le nozioni di arte, artista e spettatore. Il potenziale critico, persino denaturalizzante, e le differenze e i conflitti evidenziati da queste opere dimostrano che l’immagine poetica può diventare anche politica.

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