Emilio Mantelli. Una bizzarra bellezza


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“Una bizzarra bellezza”, secondo la visione dello xilografo Emilio Mantelli (1884-1918), è ospitata nelle Sale Agello fino all’11 dicembre prossimo e intende inserire l’artista nel contesto del ricco panorama dell’incisione italiana ed europea dei primi anni del Novecento, del quale fu figura di spicco e certamente artista tra i più significativi.

La Mostra, prodotta e promossa da Comune di Crema, Assessorato alla Cultura, vanta numerosi prestiti provenienti da collezioni pubbliche: Biblioteca Comunale Aurelio Saffi, (Forlì), Biblioteca Statale (Cremona), Collezione Simone Bandirali (Crema), Collezione Emanuele Bardazzi (Firenze), Collezione Gianignazio Cerasoli (Forlì), Collezione Mauro Chiabrando (Milano), Collezione Conforto Pagano (Milano), Collezione Guicciardo Sassoli de’ Bianchi Strozzi (Bologna), Gabinetto di Disegni e Stampe di Palazzo Rosso (Genova), Galleria d’Arte Moderna di Genova Nervi (Genova), Galleria d’Arte Moderna Giannoni (Novara), Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea (Roma), Istituto Lombardo di Cultura. Accademia di Scienze e lettere (Milano), Palazzina delle Arti “L. R. Rosaia”, Civiche collezioni d’arte (La Spezia), Pinacoteca Nazionale di Bologna, Collezione Luciana Tabarroni (Bologna).

Introducono la mostra un gruppo di dipinti e pastelli provenienti dalle collezioni civiche della Galleria d’Arte Moderna di Genova Nervi, della Palazzina delle Arti “L. R. Rosaia” della Spezia e della Galleria d’Arte Moderna Paolo e Adele Giannoni di Novara.
Oltre alle maggiori xilografie di Mantelli, tra cui “La rissa”, “I mercanti”, “Le filatrici”, “Balia bretone”, “Autoritratto”, “Vittoria Alata”, e la serie di opere dedicate al fronte della Prima Guerra Mondiale, sono esposti i volumi da lui illustrati e le riviste.
Dalle collezioni private provengono inedite prove di stampa annotate dallo stesso artista e di incisori suoi contemporanei: per inquadrare la figura di Mantelli una parte della mostra è, infatti, dedicata a una panoramica sulla xilografia italiana del Novecento che, dalle fonti secessioniste, si volgeva all’espressionismo e a nuove tendenze. Particolare attenzione è stata data a quegli artisti che lo hanno in qualche modo influenzato e nel cui contesto culturale la figura di Mantelli si è inserita. Una sezione della mostra mette a confronto alcuni lavori di incisori italiani come Adolfo De Carolis, Francesco Nonni, Gino Barbieri, Lorenzo Viani, Gino Carlo Sensani, Arturo Martini, Moses Levy e lo inserisce nel più ampio panorama europeo con opere degli espressionisti tedeschi, tra cui spiccano Karl Smith Rottluff, Max Beckmann, Max Pechstein, Ernst Ludwig Kirchner, incisori legati alla Secessione di Vienna oppure di ambito fiammingo come Frans Masereel e Edgard Tytgat. Sarà possibile così confrontare la Bimba che salta la corda di Mantelli con l’iconica Fränzi (Nudo di fanciulla in piedi) di Eric Heckel o invece i suoi ritratti con i lavori di Egon Schiele e il numero di “Ver Sacrum” contenente Ein Decorativer Fleek in “Roth und Grun” di Koloman Moser. La grafica di Mantelli rimane difficile da categorizzare, influenzata da numerose tensioni e mai decifrabile semplicemente con il codice di un manifesto. Così, nell’espressionismo di Mantelli, non privo di raffinatezze, risoluto e primigenio e insieme libero e personale, da subito in qualche modo presente nelle sue xilografie si innesta, perturbante, un decadentismo déco, dai toni ora superbi e ora malati di tinte acide o sgargianti, di modernità e novità assoluta, che lasciava presagire, in prospettiva, una evoluzione del tutto personale spinta a un decorativismo aspro ed essenziale.
La mostra è accompagnata da un catalogo delle opere esposte, realizzato dalle Edizioni Museo Civico Crema e nel quale è proposta anche la schedatura dell’intera opera grafica dell’artista, con testi di Edoardo Fontana, Giorgio Marini, Marzia Ratti e Giuseppe Virelli.

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