“Profili”, la mostra personale promossa da Contemply Art & Investiment dell’artista pompeiano Nello Petrucci (1981), a cura di Chiara Canali e con presentazione critica di Luca Beatrice, è ospitata fino al 26 agosto nella Sala del Tintoretto del Palazzo Contarini del Bovolo di Venezia. Nello Petrucci è un autore e film maker italiano che lavora utilizzando diverse tecniche espressive (dalla pittura al collage, dalla stampa fotografica halftone alla serigrafia) e intervenendo all’interno di diversi campi mediali e linguistici (dal cinema all’arte contemporanea, dalla street art all’arte pubblica).
Nelle opere a collage e décollage, Nello Petrucci parte da una azione di ritrovamento, raccolta, riproduzione di frammenti di reale scomposto ed estraniato (i pezzi di locandine e affiches cinematografiche) associati ai ritratti in primo piano di personaggi della sfera della storia, della musica o del cinema.
Sia per quanto riguarda i profili recuperati dalla classicità che per i soggetti provenienti dal cinema,
Petrucci ha volutamente individuato e scelto la tecnica dell’halftone proprio per questa sua caratteristica di essere a “bassa definizione”, opaca, discontinua, perché fornendo poche informazioni visive all’osservatore, gli richiede un maggior coinvolgimento, una maggior partecipazione per completare ciò che è soltanto suggerito dalla maglia a mosaico dei puntini.
Questo procedimento dell’halftone viene estremizzato e diventa soggetto a tutto campo negli interventi di Street Art ideati e realizzati da Petrucci per il contesto urbano e posizionati in forma estemporanea in diverse città italiane e del mondo.
Considerata come immagine in “bassa definizione”, in cui i punti del retino fotografico diventano visibili ed esibiscono i vuoti e le lacune che li separano, l’immagine fotografica halftone si presta a essere presa come modello per una visione alternativa della storia e della realtà: una visione mira a scomporre il presente in frammenti e a rimontarlo in nuove configurazioni secondo il principio operativo del “montaggio” cinematografico.
L’ultima opera monumentale, appositamente studiata per la personale a Palazzo Contarini del Bovolo, si intitola “Hell” e nasce in dialogo con il bozzetto di Jacopo Tintoretto, lì conservato, relativo al grande telero del Paradiso di Palazzo Ducale. In contrapposizione al Paradiso del Robusti, che aveva inteso ricostruire, in una sfera celeste, la perfezione gerarchica del governo veneziano, Petrucci rilegge una drammatica immagine di Inferno terreno, scattata in Ucraina nel momento in cui una statua di Cristo è stata rimossa dalla Cattedrale armena di Leopoli e portata in un bunker per essere protetta dai bombardamenti russi.
La mostra è accompagnata da un catalogo di 144 pagine e 100 immagini a colori, edito da Silvana Editoriale, con testi di Luca Beatrice, Giovanni Boccia, Chiara Canali, Luigi Giordano.