Yuval Avital espone la sua mostra “Anatomie Squisite & Il canto dello zooforo” presso i Musei Civici, Palazzo San Francesco, di Reggio Emilia, fino al 24 luglio ed è la prima mostra in ordine di tempo in questa sede nell’ambito del progetto Il Bestiario della Terra del Reggio Parma festival.
Essa propone un universo di creature e creazioni che conducono il pubblico in un viaggio inedito lungo gli spazi dei Musei alla scoperta delle sue anatomie squisite.
La mostra, realizzata a cura di Alessandro Gazzotto, segna un duplice punto di partenza nell’indagine di Avital sull’Uomo-Animale; da una parte chiede: “che cos’è un corpo, un organo? come percepiamo un insieme di cose come un corpo? quali sono i confini tra l’anatomia scientifica e quella d’arte?”; dall’altra parte, nella logica che unisce le mostre in palinsesto, rappresenta la prima tappa, quella dell’infanzia, quindi il gioco, il sogno, lo stupore, il subconscio.
L’Anatomia, il Corpo e i suoi Organi si spiegano tramite il modus operandi della mostra, a partire della mise en espace espositiva: un puzzle ibrido frutto dell’allestimento d’artista, in cui opere d’arte si innescano con animali mummificati, reperti archeologici, manufatti antichi o comuni. Anatomie squisite, infatti, è creata in stretto dialogo tematico e suggestivo con le collezioni dei Musei Civici (includendo oggetti conservati nei magazzini e solitamente non esposti al pubblico) e in particolare con la celebre Collezione Spallanzani, una delle fonti di ispirazione principali del “Bestiario della Terra”, con le sue creature reali o assemblate.
Come punto di partenza della macro-opera Bestiario della Terra, Avital ha realizzato per la Casa del Suono di Parma Il canto dello zooforo, un’inedita installazione icono-sonora.
La composizione è fortemente ispirata ai bassorilievi dello Zooforo di Benedetto Antelami scolpiti sulle pareti del Battistero di Parma, le cui creature, reali e immaginarie, trasposte da Avital in una partitura grafica, sono state fatte interpretare dai bambini della scuola comunale dell’infanzia Ernesto Balducci di Reggio Emilia, in un’azione mimica della voce. I loro versi riecheggiano all’interno di una monumentale scultura materica in cui il pubblico è invitato a entrare. Realizzata con centinaia di metri di tessuto tinto a mano, essa simboleggia un ventre femminile inteso come manifestazione di un principio da cui ogni essere, umano o animale che sia, proviene.
All’esterno invece si diffonde un’altra composizione originale di Avital, creata a partire dal Cantico delle Creature di San Francesco ed eseguita dal Coro di voci bianche del Teatro Regio di Parma, in cui l’Universo, il Sole, la Luna, gli Animali prendono la parola tramite veli sonori rielaborati elettronicamente.
Il canto dello zooforo è un ambiente immersivo e archetipico, evocativo di un arcobaleno di suggestioni in cui lo spettatore è condotto attraverso un vero e proprio viaggio di rinascita e catarsi alla scoperta dell’Io più profondo e autentico.