Alla Casa del Mantegna di Mantova, sabato 28 maggio prossimo, alle ore 21,30, Marilena Vita terrà una performance inedita intitolata “Circe. Amore e guerra”, programmata in ambito alla Biennale Light Art di Mantova 2022.
Lo slogan della Biennale, quest’anno alla sua terza edizione che si svolge con la curatela di Vittorio Erlindo, è “La luce è un’idea sociale”. L’evento è dedicato al conflitto ucraino e si avvale della partecipazione di artisti di spessore internazionale che si ispirano alla “ricerca contemporanea sulla Luce, tra Arte e Design”.
L’esposizione è divisa in due sezioni: Light Art (opere luminose) e Black Light (opere che si illuminano grazie alla luce di wood), sperimentate già nel 1949 da Lucio Fontana. Nella sezione della Black Light sono presenti opere di Federica Marangoni, Mario Agrifoglio, Leonilde Carabba, Paolo Scirpa, Giulio De Mitri, Carlo Bernardini ai quali la Biennale vuole rendere omaggio quali esponenti storici di questa forma di arte. Inoltre, nella sezione dedicata alla Light Art sono stati coinvolti sia artisti di fama internazionale della prima che della seconda generazione, oltre ad artisti più giovani.
La Biennale quindi, coi suoi 34 artisti e le diverse sensibilità che questi rappresentano nel panorama italiano e internazionale, vuole offrire un ampio e articolato spaccato delle tecniche e delle poetiche utilizzate rinnovando una riflessione importante sulla Light Art a cavallo tra l’ambito scientifico e quello filosofico passando per l’arte.
In questo clima di una visione attualizzante, risulta profondamente significativo l’intervento di Marilena Vita, “Circe. Amore e guerra”, invitata a realizzare la sua performance al festival mantovano. La poliedrica ed esuberante artista siracusana evocherà attraverso il fascino della leggendaria incantatrice l’archetipo che, reso celebre dagli Amores di Ovidio, rimanda al dramma bellico contemporaneo.
Marilena Vita non è solo performer ma anche pittrice, fotografa e videoartista e opera tra la Sicilia, Milano e Amsterdam.
L’opus di Marilena Vita, è l’eterno femmineo colto nello studio degli archetipi, la Sicilia tra mito, rituali e storia, lo straniamento personale di carrolliana memoria, il tempo ritrovato nel gesto ludico, il viaggio immaginifico come astrazione della coscienza sociale, la riflessione sull’ambiguità del segno. La sua ricerca artistica caratterizzata dalla precipua metamorfosi dell’atto creativo ha ispirato scritti critici di Gillo Dorfles, Edward Lucie Smith, Ante Glibota, Gèrard Georges Lemaire, Aldo Gerbino.
“Circe. Amore e guerra” è un site-specific che Marilena Vita ha concepito per la Biennale Light Art di Mantova di quest’anno. La riflessione iniziale dell’artista ha subìto delle interferenze sostanziali a causa del contingente conflitto in Ucraina: i tragici sviluppi investono di maggiore carica emotiva il ruolo della creatura mitologica. Circe è dispensatrice di bene e di male, di luce e bellezza da un canto e di dolore e oscurità dall’altro. Figlia di Elio e della ninfa Perseide, la dea che reca in sé il seme della magia, diviene simbolo di trasformazione dell’umano in non-umano e della passione in conflitto, perfetta incarnazione delle due facce dell’Essere: amore e guerra.
La performance di Marilena Vita, sponsorizzata da Laterne Magiche Ortigia e da Fimesa spa, sarà accompagnata da un video, anch’esso inedito, a lei dedicato dal noto architetto e artista multimediale brasiliano Emanuel Dimas de Melo Pimenta.