Armando De Stefano. Nulla dies sine linea


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Il Madre, museo d’arte contemporanea della Regione Campania, presenta la mostra “Armando De Stefano. Nulla dies sine linea”, a cura di Olga Scotto di Vettimo, un omaggio al Maestro napoletano ad un anno dalla scomparsa, che rimarrà esposta al pubblico fino al 18 luglio prossimo.

Oltre 80 opere in mostra, prevalentemente carte, che rappresentano la selezione di un più ampio corpus di lavori datati tra il 2012 e il 2020 e testimoniano una creatività sempre attuale, che reinventa e ripensa il disegno e la figurazione, confermando l’urgenza vitale, estrema e incondizionata per De Stefano di affidarsi all’esercizio ininterrotto della mano, del segno e del colore, nonché l’indiscussa centralità del disegno in tutta la sua opera pittorica.

Nello stesso periodo in cui al Madre sono esposte le sue opere recenti, vengono organizzati alcuni appuntamenti mirati per ricostruire le tante testimonianze pubbliche che De Stefano ha lasciato in città: dal Museo del Novecento a Castel Sant’Elmo al Museo e Real Bosco di Capodimonte, dall’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici al Rettorato dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, dal Conservatorio di San Pietro a Majella all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Luoghi a cui aggiungere Vico Equense, di cui era cittadino onorario, con opere divise fra sedi civiche e chiese del territorio, e infine Piano di Sorrento, con i due grandi lavori sistemati alle spalle della sala del Consiglio Comunale.

La mostra è inoltre accompagnata da un catalogo edito da artem, che include presentazioni di Angela Tecce e Kathryn Weir, Direttrice artistica del museo Madre, e testi di Olga Scotto di Vettimo, Giancristiano Desiderio, Mario Franco, Marco Di Capua, Giovanna Cassese, Stefano de Stefano, realizzato anche con il contributo di Engel&Volkers, sede di Napoli.

L’espressione “Nulla dies sine linea”, attribuita ad Apelle da Plinio il Vecchio nel Naturalis historia, si riferisce all’esercizio quotidiano e costante del pittore greco del IV secolo a.C., la cui abilità nel disegno resta ancora oggi esemplificativa di un’attività che richiede metodica dedizione e rigoroso impegno. In tal senso, affermare che Armando De Stefano (Napoli 1926-2021) non abbia trascorso nessun giorno senza tirare una linea non è da intendersi come trasposizione forzata di un motto antico riferito alle intenzioni dell’artista napoletano, ma quale riconoscimento oggettivo della sua totale e assoluta dedizione all’arte, come testimonia il variegato e nutrito catalogo di opere realizzato in oltre 70 anni di attività e arricchito fino a poco prima della sua scomparsa.

Un vasto repertorio di verità abita questi lavori a grafite e a tempera, trasmutandosi in alcuni temi ricorrenti nelle opere dell’artista: il mito (Apollo, Dafne, Medusa, Giano), le allegorie (la Morte, le Maschere, la Spia, gli Spaventapasseri) e la Storia, qui intesa non solo come grande racconto universale, ma anche come narrazione più intima e privata si personificano in immagini trasfigurate, che incarnano le angosce, i timori, le passioni di ideali traditi, la vita nella sua impietosa crudezza. I volti ritratti da De Stefano sembrano appartenere a un’umanità nota, da sempre esistita, terribilmente prossima, familiare.

Chiude il percorso espositivo il video di Mario FrancoArmando De Stefano” (2022), che testimonia l’intervento disegnato nel 2011 dall’artista su una parete del Museo Madre in occasione della mostra personale “L’Urlo del Sud”, curata dallo stesso Franco. Le immagini del lavoro sono intervallate, inoltre, da un’intervista a De Stefano, preziosa testimonianza del suo percorso e della sua ricerca.

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