Reduce dalle recenti importanti mostre tenute negli ultimi due anni: “56” di Figino Serenza, presentato da Claudio Cerritelli; personale presso la Fondazione Cesare Pavese a S. Stefano Belbo, a cura di Anselmo Villata; mostra personale al Museo Federico II di Jesi; mostra personale al MACA, Museo d’Arte Contemporanea di Acri, Fernando Garbellotto (Portogruaro, 1955) presenta ora le sue Reti Frattali nella mostra personale “Sistemi”, esposta a Palazzo del Senato, Archivio di Stato di Milano, dal 25 marzo fino al 2 maggio prossimo.
La mostra è promossa e organizzata da Verso l’Arte e I.N.A.C., Istituto Nazionale d’Arte Contemporanea, in collaborazione con l’Archivio di Stato di Milano ed è realizzata a cura di Anselmo Villata.
Si tratta di un’occasione speciale, questa, per approfondire lo spirito che ha mosso la creatività e l’arte di Garbellotto, interessante e intrigante nel contempo, con un focus sul suo pensiero filosofico-scientifico che lo ha condotto nella ricerca lungo tutto il percorso. Un elemento in più lo fornisce la sede stessa della mostra, severa ed elegante, ossia l’atmosfera archivistica che induce a riflettere sulla costruzione della storia e delle storie, singolarmente e collettivamente. Emerge naturalmente l’idea della connessione tra gli intrecci delle Reti Frattali e i documenti conservati in Archivio, le ragioni di ognuno nel generare e far crescere il proprio microcosmo che è tassello del macrocosmo, altrettanto intrecciato, formato dagli eventi sociali, umani, scientifici di una storia globale lunga secoli.
Infatti, scrive Anselmo Villata, curatore della mostra: “…. Quindi le opere d’arte di Garbellotto sono concepite come dei veri e propri sistemi che traggono la loro forza non dai singoli elementi, ma dall’interazione tra essi ponderata dall’artista: gli elementi sono organizzati in un sistema, le interazioni tra gli elementi danno all’insieme delle proprietà che non possiedono gli elementi presi individualmente. Ecco che, infine, “Il tutto è superiore alla somma delle parti”. ….”
E prosegue: “…. L’arte di Garbellotto non è ricerca e innovazione fine a se stessa, ma è anche legame con la storia, attraverso nuove modalità, con la consapevolezza di essere parte di un percorso che non può avere cesure: la rappresentazione della natura è un ritorno alle origini, come gli Artisti del passato, ma realizzato attraverso una nuova modalità espressiva. La figurazione non sarebbe funzionale alla sua visione, anzi, sarebbe fallace e fuori dalla contemporaneità, così come la geometria euclidea che non è in grado di rappresentare realmente, al massimo di semplificare.
Ecco la dirompente intuizione di Garbellotto, scienziato della pittura, che muove così la sua ricerca a livello strutturale, individuando attraverso la geometria frattale quell’elemento essenziale che nel suo ripetersi su scale differenti e più complesse, realizza l’opera. In questo senso è corretto affermare che da un lato Mandelbrot con la geometria frattale definisce una scienza della struttura, dall’altro Gabellotto riesamina e adatta il tutto all’arte della struttura. ….”
La mostra è corredata dal catalogo pubblicato per l’occasione da Verso l’Arte Edizioni, che contiene le riproduzioni di tutte le opere esposte, il testo critico di Anselmo Villata, la biografia dell’artista e la presentazione istituzionale dell’Archivio di Stato di Milano.