Gualtiero Nativi. Pura pittura. Segno, colore e astrazione


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Rende, in Calabria, promuove la grande mostra storica sul Maestro Gualtiero Nativi, (Pistoia, 1921 – Greve in Chianti, FI, 1999) intitolata. “Pura Pittura. Segno, colore e astrazione”, allestita al Museo del Presente fino al 15 febbraio, a cura di Roberto Sottile, che ripercorre dagli anni Quaranta agli anni Novanta, sessant’anni, di attività di uno dei protagonisti dell’astrattismo italiano, firmatario nel 1950 insieme a Vinicio Berti, Bruno Brunetti, Alvaro Monnini, Mario Nuti, del “Manifesto dell’Astrattismo Classico”  Una “pittura pura” quella di Gualtiero Nativi, che ha destato l’interesse dei maggiori critici d’arte, intellettuali ed artisti.

Gualtiero Nativi, Spazio infranto, 1953, Tempera su faesite, cm40x29

Il progetto nasce dalla collaborazione e sinergia tra l’Archivio Gualtiero Nativi, la Galleria d’Arte Nozzoli di Empoli, il Centro Studi d’Arte di Bologna con l’Assessorato alla Cultura dell’Amministrazione Comunale della città di Rende e il critico d’Arte e curatore Roberto Sottile.
Una “pittura pura” quella di Gualtiero Nativi, che ha destato l’interesse dei maggiori critici d’arte, intellettuali ed artisti: da Giulio Carlo Argan, Enrico Crispolti, Luciano Caramel, Gillo Dorfles, Lionello Venturi, Gabriele Simongini e poi ancora Corrado Cagli e Gino Severini, solo per citarne alcuni. A partire dal 1950 le sue opere sono caratterizzate da una frammentazione a raggiera che esprime tensioni e linee di forza multidirezionali. Nel 1951, con la mostra “Arte astratta e concreta in Italia” organizzata alla Galleria d’Arte Moderna di Roma, entra a far parte dell’Art Club e nel 1953 diviene membro attivo del Groupe Espace di Parigi.

Questa mostra si snoda in un lungo percorso di circa 80 opere, tra disegni, sculture e pitture che, dagli anni Quaranta, con le opere figurative, fino a giungere agli anni Novanta, hanno scandito i tempi e il ritmo di una produzione dinamica, in continua costruzione e poi anche astrazione sul finire degli anni Quaranta, per giungere, con tutta la sua potenza ad una “pittura pura”. Una ricerca ed una poetica, che fa del rigore della forma, e della forza del colore, un punto cardine per cogliere l’essenza stessa della pittura astratta, che si interroga continuamente sulla sua efficacia ed oggettività; capace, come affermato dallo stesso Gualtiero Nativi, di conservare “i prodromi di un racconto, di una figurazione. Racconto di un nostro tempo ove convergono personaggi, idee”.

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