Kandinsky e le avanguardie. Punto linea e superficie


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“Punto, linea e superficie. Kandinsky e le avanguardie” è allestita alla Galleria Comunale di Arte Contemporanea di Monfalcone fino al 2 maggio 2022 ed è promossa dal Comune di Monfalcone in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia, con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e con il supporto di diverse importanti realtà del territorio, quali la Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, PromoTurismoFVG, Banca di Credito Cooperativo di Staranzano e Villesse (main sponsor), Il Piccolo e Messaggero Veneto (media partner), Nord Composites Italia e Pragotecna (sponsor).

La mostra, a cura di Elisabetta Barisoni, il cui titolo è tratto da un celebre libro scritto da Kandinsky nel 1926, uno dei testi capitali della moderna teoria dell’arte, propone quaranta opere di grandi artisti delle Collezioni di Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte moderna, fra le quali alcune eccezionali degli anni Venti e Trenta del padre dell’astrattismo, in un percorso espositivo suddiviso in quattro sezioni: Nascita dell’Astrazione, opere di Wassily Kandinsky, Lyonel Feininger; Le Avanguardie Astratte e Surrealiste, opere di Jean Arp, Alexander Calder, Max Ernst, Joan Miró, Enrico Prampolini, Antoni Tàpies, Luigi Veronesi; Astrazione nel Secondo Dopoguerra, opere di Karel Appel Deluigi, Ben Nicholson, Tancredi, Mark Tobey, Emilio Vedova; La Scultura Verso il Minimalismo, opere di Mirko Basaldella, Eduardo Chillida, Bruno De Toffoli, Julia Mangold, Luciano Minguzzi, Richard Nonas.
Dopo la prima parte dedicata alla Nascita dell’astrazione la mostra presenta, sempre attraverso i capolavori di Ca’ Pesaro, Le avanguardie astratte e surrealiste. Sulla linea tracciata da Klee e Kandinsky, durante gli anni Venti si inseriscono le sperimentazioni del Surrealismo di Joan Miró, Max Ernst, Antoni Tàpies, la scultura astratta di Arp e di Alexander Calder, le analogie cosmiche di Enrico Prampolini e le forme musicali di Luigi Veronesi. La terza parte della mostra esplora la persistenza dell’Astrazione nel secondo dopoguerra. Negli anni Quaranta la lezione di Kandinsky si declina nel mondo inglese con l’esperienza di Ben Nicholson, nelle esperienze internazionali dell’Espressionismo astratto e in Italia del Fronte Nuovo delle Arti e dell’Astrattismo segnico. Da Emilio Vedova a Mario Deluigi e Tancredi, da Karel Appel a Mark Tobey, le forme dell’astrazione nella seconda parte del ‘900 si collocano a metà tra Informale, suggestione lirica e gestuale. La mostra si chiude con una selezione di scultura, La Scultura Verso il Minimalismo, che completa il percorso con capolavori di Mirko Basaldella, Eduardo Chillida, Luciano Minguzzi e Bruno De Toffoli, a testimoniare la persistenza del dialogo tra astrazione e biomorfismo verso gli anni Cinquanta. Infine la ripresa di un’astrazione radicale, quasi ascetica, si fa strada con le esperienze minimali di Richard Nonas e di Julia Mangold, che introducono il visitatore nel pensiero degli anni Settanta, alla ripresa di una nuova vita dell’arte e delle forme astratte.

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