Hi Woman! La notizia del futuro


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Il Museo di Palazzo Pretorio di Prato, che custodisce meravigliose Annunciazioni, promuove, con il Comune di Prato e ospita, fino al 27 febbraio prossimo, “Hi Woman”, una mostra collettiva curata da Francesco Bonami alla quale partecipano 22 artiste internazionali: Irma Blank, Huma Bhabha, Koo Donghee, Marlene Dumas, Isa Genzken, Jessie Homer French, Roni Horn, Jutta Koether, Andrew LaMar Hopkins, Maria Lassnig, Babette Mangolte, Lucy McKenzie, Aleksandra Mir, Susan Philipsz, Paola Pivi, Maja Ruznic, Jenny Saville, Fiona Tan, Genesis Tramaine, Andra Ursuta, Marianne Vitale, Lynette Yiadom-Boakye.

Maja Ruznic, Her arrival III, 2020, Museo di Palazzo Pretorio, Hi Woman

Questa non intende essere una mostra sulla donna, sul femminismo o politicamente corretta: è semplicemente una mostra con artiste anagraficamente donne, poiché essere artista è una scelta, è una condizione che non ha nulla a che fare con la biologia o il destino. A Palazzo Pretorio non è stato cercato un dialogo, inevitabilmente impari da una parte e dell’altra, con le opere del museo, ma la casualità di un incontro. Le opere del museo sono gli abitanti di un villaggio, radicati nel loro contesti e nelle loro abitudini. Le opere della mostra sono viandanti che arrivano e ripartono. Ma in questo arrivo, in questo soggiorno e in questa loro ripartenza trovano l’occasione di aggiungere qualcosa al villaggio e portarsi via qualcosa per il viaggio che continueranno a fare. L’arte è continuo scambio. L’arte antica che anela di essere liberata dalla storia e l’arte contemporanea costantemente alla ricerca di una dimora fissa e di una sua storia. “Hi Woman!” è il saluto di chi arriva e di chi accoglie. Nel saluto c’è l’energia della scoperta e il germe della delusione, il timore di non trovare quello che uno cerca e il timore del dover ripartire. La mostra è stata pensata come un esercizio di ricerca di un’intimità perduta, quella stessa intimità che Gabriele, nell’Annunciazione, toglie a Maria per sempre scaraventandola al centro del mondo. Nel saluto dell’Angelo c’è tutta la storia umana. L’uomo che impone la sua decisione senza possibilità di contraddittorio e la donna che viene beatificata con il dono della creazione ma privata della sua libertà di scelta. Le opere d’arte in mostra dimostrano tuttavia che libertà e creazione possono convivere assieme alla libertà di scegliere il modo e le modalità di come esprimersi al mondo. Attraverso il corpo, il gioco, la famiglia, la morte, il canto, la danza, la felicità e purtroppo anche il dolore.

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