Labirinti InTrastevere


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Promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e organizzata da RUFA, al Museo di Roma in Trastevere fino al 13 marzo è allestita la mostra “Labirinti InTrastevere”, realizzata a cura di Raffaele Simongini e Alessandro Carpentieri, con il supporto di Servizi museali Zètema Progetto Cultura, in cui gli studenti della scuola di Fotografia e Audiovisivo RUFA presentano nuove modalità espressive indirizzate a ricerche sperimentali, alla contemplazione e alla cura delle immagini. Fotografie e immagini in movimento, due elementi capaci di catalizzare l’attenzione, di trasferire all’osservatore non solo emozioni, ma anche sentimenti, atmosfere e pensieri.

Claudia Rolando, Labirinti InTrastevere

L’iniziativa rappresenta anche un’occasione per l’Accademia di Belle Arti RUFA di festeggiare il decennale della scuola di fotografia e il primo anno della nuova scuola di audiovisivo con un progetto realizzato da ex-studenti diplomati e studenti del primo anno: Leonardo Amorosi, Matteo Bonanni, Alice Brignone, Ginevra Brizioli, Gabriella Carbone, Claudia Coppola, Agnese De Luca, Federica De Salvatore, Anna Di Paola, Armando Egidi, Andrea Ferretti, Marta Ferro, Lorenzo Finardi, Alessandra Florea, Carolina Iaccarino, Sabina Ismayilova, Eleonora Marinanza, Emanuele Mazzone, Ayla Mueller, Maria Vittoria Pecchioli, Mirko Pizzichini, Benedetta Pionati, Chiara Preti, Serena Radicioli, Claudia Rolando, Guido Leon Salerno, Francesca Salvati, Nicole Scilipoti, Lorenzo Teodosi, Tommaso Termine, Federica Troiani.
Questa mostra vuole avviare una riflessione sul concetto di contemporaneità delle immagini. Se la produzione e il consumo delle immagini fotografiche o in movimento sono caratterizzati da una molteplicità di supporti tecnologici, come smartphone, computer e altre varietà di schermi, è anche vero che l’esposizione a una tale quantità d’immagini provoca una sorta di accecamento simbolico, per cui si guarda senza vedere, ma soprattutto senza ricordare. La mostra intende soffermarsi sul senso di contemplazione delle immagini come antidoto all’accelerazione dell’esistenza dettata dalla labirintica Rete digitale.
Il titolo della mostra fotografica “Labirinti InTrastevere”, secondo i curatori, allude a una immaginaria Trastevere labirintica, uno spazio da attraversare come nomadi giunti in una terra tutta da scoprire, uno spazio di transito tra il reale e l’immaginario, dove l’interno e l’esterno, il paesaggio e l’architettura, le figure e gli sfondi perdono qualsiasi riferimento razionale, per diventare momentanei attraversamenti di un tempo precario a cui vogliamo restituire il senso di un istante perfetto. Dopotutto il Covid ha costretto a una segregazione in uno spazio chiuso caratterizzato da schermi digitali, dove l’esistenza è apparsa come dominata dalla logica algoritmica e dalla statistica. È ora di ricominciare a viaggiare e a perdersi nei differenti linguaggi e in spazi immaginari.
A corredo della mostra fotografica, l’iniziativa propone anche una serie di proiezioni in cui l’audiovisivo regna sovrano.

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