Painting is back. Anni Ottanta, la pittura in Italia


Stampa

Le Gallerie d’Italia di Milano aprono la nuova stagione con una mostra sugli Anni Ottanta a Milano, fino al 3 ottobre: uno sguardo sulla pittura italiana di quel decennio attraverso un percorso ideato da Luca Massimo Barbero, Curatore Associato delle Collezioni di Arte Moderna e Contemporanea di Intesa Sanpaolo.

La mostra propone una prima indagine sui protagonisti di quel decennio, che hanno provocatoriamente inteso la pittura come capacità felice di dipingere il mondo delle immagini con una vitalità nuova e che, da subito, ebbero una visibilità internazionale ed una fama quasi tracimante. La mostra è dedicata al pubblico delle nuove generazioni e procede per affondi, certamente non esaustivi ma rivelatori, della trasversalità vissuta dagli artisti in quegli anni.

Paintitng is back, Uno scorcio della mostra

Commentando la storica mostra berlinese Zeitgeist, nel dicembre del 1982, il “New York Times” nota come “the Italians […] turn up everywhere” (“Gli Italiani […] sono dappertutto”), un commento sagace che testimonia l’energia internazionale condivisa dagli artisti italiani in quegli anni, nonché la loro forza dirompente rispetto a un sistema che comincia a definirsi come globale. Questo non solo per i nomi più ricorrenti nella memoria, legati alla fama della Transavanguardia, lanciata, quasi con modalità da manifesto avanguardista, da Achille Bonito Oliva dalle pagine di “Flash Art” (La Trans-avanguardia italiana, 1979), ma anche per artisti che si muovono in continuità con la generazione precedente.

I decenni durano pochissimo, nascono e si esauriscono culturalmente con largo anticipo rispetto alle date ufficiali: questa mostra, per cui è stata scelta la sede di Milano, prende avvio con opere fra 1977 e 1980, lavori sorprendenti poiché germinali, di Gino De Dominicis, Luigi Ontani, Mimmo Paladino ad attestare una libertà creativa che affonda le proprie radici nella tradizione visiva italiana e, senza complessi, se ne fa interprete anche attraverso il disegno, il supporto fotografico sino alla riproposizione di una monumentale video-istallazione del 1984, “Il Nuotatore” (va troppo spesso ad Heidelberg), di Studio Azzurro. Gli Anni Ottanta non più intesi come un’ortodossia di movimenti ma come la ricostruzione di un dialogo aperto tra i protagonisti dell’epoca, dove si ritrovano autori come Mario Merz, maestro della riscoperta dei grandi miti dell’umanità o Carol Rama con una pittura visionaria e sensibile legata alla propria soggettività.

Nelle sale in cui si sviluppa “Painting is back. Anni Ottanta, la pittura in Italia” sono esposte opere fondamentali di Sandro Chia con il “Pittore” del 1978 e, nello sviluppo della mostra in una sorta di controcanto, dipinti di Mimmo Germanà insieme ad Ernesto Tatafiore, Francesco Clemente presenta opere storiche come il “Senza titolo” del 1980; mentre nel volgere di questi anni Nicola De Maria che affronta la pittura murale e i grandi temi poetici affiancati alle irriverenti e giocose composizioni di Aldo Spoldi o al percorso articolato di Enzo Cucchi, che apre idealmente la mostra con “Le stimmate” (1980).

La mostra dà conto anche del rientro in Italia di protagonisti di quegli anni come Mimmo Rotella o Valerio Adami o di quella figura di grande intellettuale, traduttore, critico che fu Emilio Tadini.

Ad Enrico Baj la mostra dedica un’intera sala costruita su quattro rari dipinti di collezione Intesa Sanpaolo, realizzati tra gli anni Cinquanta e Sessanta, fino allo spettacolare “Il mondo delle idee”: una tela di 19 metri di lunghezza, dipinta a spray, quasi un graffito contemporaneo eseguito nel 1983 e oggi di sorprendente attualità.

Il volume che accompagna la mostra contiene le immagini delle opere esposte, alcuni confronti iconografici e i documenti storici, il saggio del curatore Luca Massimo Barbero, con gli interventi Cristina Beltrami, Maria Luisa Frisa, Chiara Mari, Luca Scarlini e di Studio Azzurro; Edizioni Gallerie d’Italia | Skira.

Share Button