Al MAXXI, Museo delle Arti del XXI secolo di Roma fino al 12 settembre è possibile visitare una mostra collettiva dedicata agli artisti originari dei diversi Paesi della zona balcanica, curata da Zdenka Badovinac.
Ci sono nove insoliti angeli che si affacciano dalla lunga vetrata del MAXXI e, sospesi sulla piazza, sembrano vegliare sui visitatori del museo: sono ritratti in fotografie di grandi dimensioni, seduti, in tuta da lavoro, i volti sporchi di fuliggine, due ali bianche dipinte alle loro spalle su lamiere di capannoni industriali. Sono gli Angels with dirty faces, i protagonisti della serie fotografica di Igor Grubić che ritrae i minatori del bacino di Kolubara, in Serbia. Il loro sciopero del 2000, a cui si unirono migliaia di altre persone, segnò l’inizio della caduta del regime di Milošević.
Eroi sconosciuti, ma capaci di influenzare il corso degli eventi politici e della storia: proprio a loro, a questi eroi civili spesso invisibili e silenziosi, alla solidarietà e ai grandi ideali oggi più che mai necessari è dedicata la mostra “Più grande di me. Voci eroiche dalla ex Jugoslavia”, a cura di Zdenka Badovinac con Giulia Ferracci, in programma nella Galleria 3 del MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo dal 5 maggio al 12 settembre 2021. Sponsor Terna.
Un mosaico composito e complesso di quasi cento opere di oltre sessanta artisti originari dei diversi paesi della ex Jugoslavia, per raccontare non solo la storia difficile di un territorio attraversato nei secoli da conflitti, tensioni, instabilità, ma anche l’utopia di un paese – la Jugoslavia socialista – costruito inizialmente su un ideale di fratellanza fra nazioni e di unità fra i lavoratori.
Dal tempo della Seconda Guerra mondiale al dramma delle guerre civili, dai processi di indipendenza fino agli anni più recenti, gli artisti si confrontano con la loro storia, riletta attraverso i gesti di quegli eroi che, in modi e tempi diversi, hanno sacrificato la propria vita per gli altri o nel nome di un ideale superiore, “più grande”, come recita il titolo della mostra.
Questa mostra racconta la scena artistica di un territorio complesso. Le voci e le sensibilità degli artisti indagano gli intrecci profondi dei nazionalismi e le conseguenze di un capitalismo estrattivo, ed esplorano anche un’altra visione della persona e della comunità. A ben vedere, evocano un’Europa sociale, sostenibile, in cui identità e culture diverse possano coesistere e arricchirsi l’un l’altra. È la scommessa su cui tutti dobbiamo impegnarci”.
La mostra si snoda intorno a otto sezioni, non separate ma anzi interconnesse tra loro così come sono connesse le tematiche che indagano. Le prime quattro (Libertà, Uguaglianza, Fratellanza, Speranza), contraddistinte in mostra dal colore azzurro, rappresentano e raccontano gesta eroiche, rivoluzioni e valori positivi, ideali per cui in passato si era disposti a lottare e addirittura a perdere la vita, ma che per contrasto fanno affiorare la profonda crisi degli stessi nella società contemporanea.
Le altre quattro sezioni (Rischio, Individuo, Alterità, Metamorfosi) caratterizzate dal colore rosso, descrivono invece il mondo di oggi e le questioni più urgenti della contemporaneità, conseguenze della voracità dei nostri tempi, di un tempo in cui l’essere umano è sempre meno in armonia con se stesso, con gli altri e con la natura.
La mostra è accompagnata da un ricco programma di eventi pensato per raccontare la scena artistica e culturale dei paesi dell’ex Jugoslavia attraverso il contributo di studiosi, critici e artisti.