Al Museo Diocesano Arborense di Oristano, fino al 9 maggio è esposta la mostra “Via Crucis” composta da opere scultoree dell’artista Nicola Filia e, attraverso queste sculture vengono ripercorsi simbolicamente gli ultimi momenti che hanno condotto Cristo in croce.
Oristano, in memoria di una solida storia di figuli, accoglie con favore la nobile arte della ceramica che per mano di Filia interpreta, con delicata intimità introspettiva, i quattordici momenti del calvario. Circa 50 opere, tra gesso, ferro, ceramica e legno, ci accompagnano in un laboratorio di riflessione in cui è possibile ricercare una nuova prospettiva di senso, che, come in un viaggio, attraverso la sua forza latente, ritroviamo grazie alle forme indefinite, migliore rappresentazione di tutta la nostra incompiutezza e del nostro essere finiti. Simmetricamente con la narrazione del cammino al Golgota, l’artista ricompone così attraverso la velocità e la precisione del gesto che vibra nella creta, la forza e l’intensità di momentanei e inesplorati stati d’animo.
L’invito ultimo è quello di nutrirsi di umanità che, attraverso la bellezza, la preghiera, l’ascolto e l’incontro, è possibile esperire anche grazie alle meditazioni formulate dalle donne che operano nel sociale, nel comparto sanitario, religioso e culturale e collocate in ogni stazione della Via Crucis.
Nicola Filia nasce a Carbonia nel 1975, studia all’Istituto d’arte Carlo Contini di Oristano.
Intraprende gli studi universitari, che lascia per dedicarsi alla ceramica: dal 2002 al 2016 disegna e realizza oggetti per B&B Italia. Negli stessi anni tiene inoltre lezioni e workshop sul design degli oggetti in ceramica presso la Facoltà di Architettura di Firenze.
La sua installazione “Un Bosco di Alberi Bianchi” ha vinto il Premio internazionale “Un Bosco per Kyoto” nel 2015 ed è in mostra permanente al Museo E.A. Martel – PAS di Carbonia.