Riapre anche il Museo di Santa Giulia di Brescia che ospita, fino al 5 aprile prossimo, la retrospettiva dedicata a Juan Navarro Baldeweg (Santander, Spagna, 1939), uno degli architetti più originali del panorama contemporaneo internazionale.
La mostra, curata da Pierre-Alain Croset, organizzata dal Comune di Brescia e dalla Fondazione Brescia Musei, col patrocinio dell’Ambasciata di Spagna a Roma e dell’Ordine degli architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Brescia, presenta una serie di opere, modelli e disegni dei suoi progetti più importanti, grandi tele e sculture, per ripercorrere la poliedrica carriera di Navarro Baldeweg, come architetto, pittore e scultore, e che consente di cogliere le interazioni e le connessioni tra le varie arti.
Il percorso espositivo si snoda, all’interno del Museo di Santa Giulia, in tre luoghi particolarmente suggestivi: il Coro delle Monache, la Basilica di San Salvatore e la sottostante Cripta.
Nel Coro delle Monache, nella sezione Immagini del fare e dei modi del fare, si trova un grande polittico bifacciale con sei quadri su ciascun lato, che documenta processi espressivi manuali e forme elementari di manipolazione.
La Basilica longobarda di San Salvatore accoglie la sezione Metafore dell’orizzonte e della natura (luce, gravità, il corpo e i processi) dove sono esposti i suoi lavori plastici sul tema dell’equilibrio e della gravità, a fianco di opere che indagano il tema della luce zenitale, l’appropriazione organica dello spazio.
Nella Cripta, che ospita la sezione Una casa dentro un’altra casa, sono esposti modelli e disegni dei più importanti progetti di Navarro Baldeweg, tra i quali il Palazzo dei Congressi di Salamanca, il Museo delle Grotte di Altamira, il Teatro del Canal a Madrid e la Biblioteca Hertziana a Roma
Nel poliedrico lavoro di Navarro Baldeweg, emerge con chiarezza la connessione e il dialogo tra le varie arti e ritornano temi e obiettivi comuni che si intrecciano negli spazi costruiti, nelle sculture e nei grandi quadri. Appare forte il desiderio di ridurre la complessa realtà in fenomeni essenziali e di rendere visibile l’invisibile.
Nelle sue installazioni sono da ricercare gli spunti, ma anche gli esiti della ricerca architettonica. Il presupposto concettuale si trasforma nella sua architettura in spazi raffinati e complessi, definiti dalla peculiarità dei materiali utilizzati, dalla loro reazione alla luce e dal rapporto con quello che sta loro attorno.
La mostra potrà essere visitata con l’accompagnamento dello stesso curatore nell’audioguida disponibile in lingua italiana, inglese e francese sul sito vittorialatabrescia.it.