Carbonia Film Festival online presenta, fino al 15 febbraio in streaming gratuitamente, il documentario “Black Mother” di Khalik Allah (1985), fotografo tra gli artisti più significativi della new wave americana e membro dell’agenzia fotografica Magnum dal 2020. Questo suo documentario è un vero messaggio d’amore verso la propria terra di origine, la Giamaica, vincitore del Premio Giuria Circoli del Cinema 2018 al CFF e pluripremiato in numerosi festival internazionali. Si tratta di un racconto che tra immagini e voci, non per forza raccordate tra loro, assume le sembianze di un viaggio spirituale diviso tra dimensione sacra e dimensione profana.
Prostitute, mendicanti, venditori ambulanti, bambini. Black Mother è un documentario costruito con una forte e decisa poetica visiva. Un racconto, un film disarmante definito dal The Guardian “un’odissea cruda e densa”. Nel documentario la colonna sonora e le voci sono fuori sincronia con le immagini, con i volti e i corpi delle persone che sono intervallati a istantanee fugaci del paesaggio o del contesto in cui si trovano. Una scelta binaria che da maggiore ritmo alla narrazione e che crea una rottura tra ciò che si sente e ciò che si vede. In questo vortice d’immagini e voci, in Black Mother si scorge qualcosa, presumibilmente, di molto personale al regista e tutto ruota attorno alla gravidanza di una donna senza nome, che presagisce la fine sia della nascita che della morte. Questa donna può essere letta come metafora della sua patria, una terra che mette al mondo i suoi figli con grande orgoglio e contentezza seppur con tante difficoltà. La presenza fisica delle donne è forte in tutto il film, quelle che vediamo hanno un ruolo sociale ben definito: sono oggetto del desiderio degli uomini. Khalik Allah filma queste lavoratrici del sesso mentre parlano con i clienti che le perseguitano e cercano un compromesso con loro. Khalik Allah registra le donne che discutono delle loro esperienze sul lavoro, delle loro lotte, delle loro prove, mentre mostra al tempo stesso altri uomini, per strada e che affrontano le loro difficoltà. Sin dalla prima scena di Black Mother si vedono persone che guardano dritto nell’obiettivo della videocamera del regista, e i loro sguardi sono titubanti, incuriositi, feriti, in cerca di sfida. Black Mother scava nei malesseri della società, in fondo anche in senso più generale, partendo e tenendo sempre a mente l’eredità coloniale. Un documentario Ipnotico e disorientante.
Il documentario è visibile su: https://onlinesardegna.umanitaria.it/film/black-mother/