Alle Officine Saffi di Milano, fino al 4 dicembre prossimo, è allestita “Pastiche”, la prima personale di Paolo Gonzato (Busto Arsizio, 1975) che riunisce un corpus di opere inedite, realizzate dall’artista per l’occasione e con la quale sofferma la sua riflessione, in maniera evocativa, sulla pratica artistica di Giambattista Piranesi (1720-1778).
Nascono così nuove opere, frammenti decorativi e architettonici d’incerta datazione, interi manufatti in ceramica ricchi di sedimenti come se fossero appena usciti da scavi archeologici di una civiltà antica o addirittura presagi di un mondo distopico e post apocalittico.
Oltre che riflessione filosofica e storica, la mostra vuole anche essere un approfondimento dell’artista sul medium della ceramica, materiale con cui produce i suoi primi lavori a partire dalla seconda metà degli anni 2000.
Le sperimentazioni con la ceramica rientrano poi nella sua più ampia visione sulla scultura: stratificazioni successive su un impianto di gusto brutalista dai toni forse a volte un po’ grevi. Il nodo teorico che lega questo medium al lavoro pittorico di Gonzato si esemplifica nel fatto che entrambe, pitture e ceramiche, subiscono trasformazioni da una parte incontrollate e dall’altra ricadano invece in una gabbia “concettuale” ben definita così come avviene in maniera molto chiara nella serie “Out of Stock”. Questo ciclo di lavori intrapreso nel 2004 prende spunto da una riflessione sull’accumulo di scarti di materiali preesistenti e sulla destrutturazione di opere già realizzate, e porta alla definizione dal motivo del pattern a losanga che è tutt’oggi uno dei segni distintivi del lavoro di Gonzato.
Il colore viola è l’elemento uniformante della mostra che lega un grande wall painting con inserti aggettanti e i lavori ceramici della nuova ricerca. Colore già tipico di Gonzato e ampiamente utilizzato nella mostra L’isola delle Rose (2004) e relativa produzione. Questo colore, composto da rosso e blu, ha infatti delle caratteristiche peculiari che lo associano all’introspezione psicologica e spirituale. Indica una predisposizione al raccoglimento mentale e fisico propedeutico a uno slancio creativo. Lo studio sul colore viola trova qui il suo punto più alto in un’opera di grande respiro per cui l’artista ha realizzato semplici vasi cilindrici, irregolari di varie altezze e diametri, per produrre un’accumulazione che annullasse il singolo pezzo.
In Pastiche convivono linee di ricerca temporale differenti, ispirazioni auliche classiche si sovrappongono a forme creative estemporanee. Per Gonzato questa non è una forma di dicotomia insanabile del reale ma al contrario una visione olistica che permette di immaginare se stessi contemporaneamente in un modo e nel suo opposto.
La mostra si avvale del contributo editoriale e curatoriale di Fabrizio Meris.