Al Museo del Novecento di Firenze, fino al 23 novembre, è allestita la mostra dedicata a Lori Lako (Pogradec, Albania, 1991), “Suspense”, realizzata a cura di Sergio Risaliti, con la quale per la prima volta il progetto “Made in Italy” allarga i confini dell’arte italiana. In questo senso Made in Italy Off allude sia all’esternalizzazione dell’opera proiettata fuori dalla cornice museale, sia alla natura inclusiva di una comunità artistica che non separa ma accoglie con cura chi arriva da fuori per ascoltare i suoi racconti e le sue avventure.
Lori Lako presenta un unico lavoro di grandi dimensioni, come nella natura del progetto Made in Italy, che parte da una riflessione sul passato recente del paese natale dell’artista per trasformarsi in una denuncia globale all’impatto dannoso delle azioni dell’uomo sull’ambiente.
Spiega l’artista che: “Suspense parte da una riflessione su una teleferica fuori servizio, che fino al regime comunista trasportava calcari dalla montagna di Letan, Elbasan, alla fornace di calce, utilizzando l’energia dell’impianto metallurgico. La macchina industriale di Letan si è arresa perché non ha resistito al cambiamento del sistema politico, anche se i contenitori che fluttuano nell’aria da quasi 30 anni danno l’illusione di una fine arrivata all’improvviso, nel bel mezzo di una giornata lavorativa. Oggi la produzione di calce in Albania avviene talvolta in modo illecito, attraverso la combustione di pneumatici. Questo procedimento ha ovviamente un impatto dannoso sull’ambiente e sulla salute. Questo lavoro coniuga il passato e il presente mediante la sovrapposizione di una fotografia di uno dei contenitori sospesi con un fotogramma tratto da un filmato disponibile su internet, che mostra la produzione di calce dai pneumatici bruciati. Il fumo denso e tossico delle gomme in fiamme ricorda quello che riempie l’aria sempre più spesso durante le proteste e le manifestazioni in tutto il mondo. Dalla fusione delle due immagini ne emerge una terza, dove il fumo che esce dalle gomme e la silhouette dell’uomo con il dito puntato coesistono all’interno di una nuova e stratificata realtà”.
Made in Italy è un progetto di arte pubblica che dal museo entra e invade la città in un gioco di rimandi, di andate e ritorni: dal museo allo spazio urbano e viceversa. Una parete di grandi dimensioni (12×3.5 metri), all’interno del museo, dipinta con i colori della bandiera italiana, ospita periodicamente un’opera che ha l’ambizione di parlare al mondo e del mondo, che si sintonizza sulle urgenze e sulle emergenze del nostro tempo, che si confronta con la realtà senza esserne un semplice commento.
L’opera esposta al museo, viene riprodotta in contemporanea sulle pagine dei quotidiani locali e su manifesti di diverso formato nelle strade delle città, diventando una mostra “OFF”, legata a doppio filo al Museo Novecento, ma proposta anche fuori dal contesto museale. Un’idea che intende allargare il discorso dell’arte alla partecipazione sociale per contribuire alla costruzione di un nuovo umanesimo.