Fino al 18 ottobre prossimo, al MART di Rovereto è allestita una mostra dedicata a Carlo Benvenuto (Stresa, 1966), realizzata a cura di Gianfranco Maraniello con Daniela Ferrari e Chiara Ianeselli, che Massimiliano Gioni ha voluto all’insegna dell’arte come necessario “autoritratto” dell’artista, creando un’ampia esposizione, progettata per gli spazi del museo e con un cameo rivolto alle sue Collezioni. In mostra una selezione di circa sessanta lavori realizzati dagli anni Novanta a oggi: fotografie, sculture e dipinti creano un unico grande componimento metafisico.
In oltre vent’anni di lavoro, il privilegio del mezzo fotografico ha portato Benvenuto a una serrata indagine fenomenologica sul mondo come verifica percettiva e sentimentale della vita, contemplando ciò che appare familiare, domestico, intimo, esplorando la muta insistenza degli oggetti e risolvendo lunghe fasi preparatorie del lavoro nell’immediatezza dello scatto fotografico. In questo universo di oggetti, mobili e specchi, la narrazione, così come la mitologia privata, sono silenziose: le opere sono senza titolo, non descrivono.
L’artista afferma che la mostra “orbita, idealmente, attorno a un centro nel quale trovano sede quattro forme di autoritratto”.
Nelle varie trame che connotano il percorso espositivo si afferma costantemente il tema del doppio, attraverso riflessi, abbinamenti, dialoghi con i dipinti della collezione del museo, ripetizioni e varianti fino a incontrare un autoritratto pittorico che Benvenuto ha concepito come “solitario”, unico a scrutare il vuoto, enigma apparentemente senza corrispondenza, ma decisivo indizio per considerare tutta l’opera dell’artista come suo necessario rispecchiamento.
In mostra, scelti dall’artista tra i capolavori delle Collezioni del Mart, gli autoritratti di tre grandi maestri del primo Novecento: Giorgio de Chirico, Giorgio Morandi e Renato Guttuso.