Bram Bogart


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C’è chi ritiene dionisiaca l’arte di Bram Bogart (Abraham van den Boogaart, questo il suo nome per esteso, Delft, Paesi Bassi, 1921 – Sint-Truiden, Belgio, 2012) e c’è chi si domanda se le sue opere siano più sculture che pitture, data la generosità materica e la tridimensionalità della forma. Certamente in esse è riposta l’esuberanza interiore, che si manifesta con una potenza espressiva prorompente e libera una gioiosa implicazione sensuale nella manipolazione plastica, per la quale gli strumenti convenzionali per la pittura, ossia i pennelli, sono inadeguati e, quindi, sostituiti con spatole o, semplicemente, con mani e dita.

Uno scorcio dello studio di Bram Bogart a Saint Truiden, Kortenbos, Belgio

Varcando l’ingresso della sua dimora dalla strada, ci si lasciava il mondo alle spalle e fin dal cortile ordinato e lindo dell’ex convento, un grande edificio seicentesco, si pregustava l’atmosfera privata dell’artista fiammingo. Da un lato l’abitazione, internamente straripante di opere sue e di artisti suoi amici (Fontana, Lindström, Götz, de Kooning), cose di vario tipo, suppellettili, trine e merletti, a modo suo, civettuola; il versante affacciato sullo sterminato parco era illuminato da grandi vetrate e mostrava, senza segreti, la stimolante convivenza dell’estrema modernità creativa di Bogart con il resto dell’ambiente, invece, adeguato ad una poetica romantica. La moglie, Abelina, che pareva avere preso in prestito la sua apparenza da altri tempi, era la figura principale, irrinunciabile. Dall’altro lato del cortile gli ex ambienti di servizio erano diventati il suo studio. Là dentro Bram era felice; il suo sguardo acuto e chiaro si illuminava. L’artista mostrava con orgoglio, l’uno accanto all’altro, i tanti (uno per colore, già preparato) e grandi recipienti contenenti i pigmenti ottenuti con la mescola, sua esclusiva, di acqua e olio. Egli, piegato in due a causa di una prolungata postura, lavorava le sue opere posizionate orizzontalmente sul pavimento, dove rimanevano fino ad essiccazione totale per evitare la caduta, o la deformazione, della materia fresca.

La materia era, appunto, il soggetto preferito, assieme all’intensità cromatica e alla purezza di ogni singolo colore esso stesso forma e le superfici di grandi dimensioni. Col passare del tempo, in Bogart era aumentata l’esigenza espressiva e, conseguentemente, avveniva una progressiva conquista dello spazio tridimensionale, ma, poiché le sue opere sono da parete e non propriamente sculture, necessitavano di robusti telai di metallo capaci di sopportare il grande peso fisico.

Ogni opera è tutt’oggi uno spettacolo inesauribile.

Pioniere e maestro del tachisme, assieme a Tapies e a Klein, Bram Bogart aveva adibito a museo personale un’ala della casa, dov’era dettagliato il suo percorso artistico attraverso i più significativi dipinti di ogni epoca e della sua evoluzione.

Alcune peculiarità, su tutti essi, sono di immediata ricezione; per esempio gli spessori, presenti fin dagli inizi, increspano le superfici anche delle immagini figurative, di quelle cubiste o delle astratte e lo distinguono dagli altri artisti per la personalissima concezione del segno grafico e del gesto pittorico. Il suo è un espressionismo che attraversa varie fasi formali senza affievolirsi, rimanendo determinato nella veemenza dell’impiego del pigmento nella costruzione, persino laddove i componimenti sono permeati di sottile poetica, di atemporalità del contenuto e della semplificazione delle immagini, croci e cerchi, con qualche ammiccamento a Campigli nella partitura del piano. L’evoluzione del trattamento della materia è parallelo a quelli della forma, del contenuto, del gesto e la gessosità da opaca, terrosa, ocra, diventa lucida, brillante, trasparente; da antica a moderna; da mezzo a fine. Materia, colore, forma sono, un tutt’uno, pur mantenendo all’origine di ogni creazione, la singola individualità del ruolo concorrente e definire l’insieme per una unicità finale: un corpo dal colore pulito, brillante, intenso modellato e plasmato poi inserito nella struttura composita e complessa, in compagnia di altri corpi con altre fogge. Nelle composizioni degli ultimi tempi, la gestualità è più intenzionale, studiata e la spontaneità è guidata da un’orditura colta che permette accostamenti, cromatici e formali, spesso gradevolmente azzardati e la sperimentazione di una simbiosi tra certi elementi estetici tra loro agli antipodi. L’equilibrio compositivo viene a volte provocato, rispetto all’idea tradizionale, ma mantenuto dalla sfida artistica di Bram Bogart attraverso simmetrie o relazioni asimmetriche, regolarità e irregolarità, rigonfiamenti o raschiature, masse aggrovigliate o lisce esaltate dai colori puri, intensi, brillanti, decisi su una visione globale tutta in primo piano, dove la prospettiva è data dalla profondità magmatica fisica, reale, che invita alla partecipazione della sensualità tattile.

Una simile energia creativa ed espressiva si approssima all’esasperazione, espressa anche in certi titoli (anni Novanta), quali “Blueblueblue”, “Cornelia-Cornelia”, “Jour après jour”, “Flowerfleur”, quasi una forzatura, una violenza, un impedimento all’incomprensione; oppure si esplica nella solarità di “Madame Braque et Madame Picasso”, “Jardin exotique”, “Soleil spirituel” che mostrano una ricca essenza del sentire di Bogart.

Dunque, l’artista ha voluto dimostrare che nulla è impossibile; che certi abbinamenti, di carattere fauve, creano un’estetica del piacere profondo e intenso; che ciò che nella teoria appare come un azzardo diventa passione poetica ed armonica; che l’antitesi è una realtà della simbiosi viva e vitale; che le differenze, unite costituiscono la ricchezza e la completezza.

Bram Bogart, in questo senso, pareva essere egli stesso strumento della sua arte dai processi vulcanici, inarrestabili per cui il magma corposo e abbondante esplode direttamente dal suo cuore, dai suoi sentimenti, dalle sue forti emozioni che, nel tempo, aumentavano assieme alle esperienze e si potenziavano nella quantità e nella qualità espressiva, materica, cromatica.

Si tratta di un personaggio che ha avuto così tanto da comunicare all’arte, alla cultura, alla società contemporanee troppo spesso distratte e sorde. Ma Bram Bogart, con le sue opere, irrompe e lascia una profonda impronta in chi le osserva e nella storia.

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