La Collezione Farina. Arte e Avanguardia a Ferrara 1963-1993


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Mecenate e collezionista, Franco Farina ha diretto Palazzo dei Diamanti e la Civica Galleria di Arte Moderna di Ferrara per un trentennio e, a partire da questo mese di dicembre fino al 15 marzo 2020, al Padiglione d’Arte Contemporanea di Palazzo dei Diamanti è esposta un’ampia selezione di opere della donazione effettuata da Farina a favore dell’Istituzione ferrarese, in una mostra realizzata a cura di Maria Luisa Pacelli, Ada Patrizia Fiorillo, Chiara Vorrasi, Lorenza Roversi, Massimo Marchetti.

Alberto Burri, Senza titolo, 1993 ©Fondazione Palazzo Albizzini-Collezione Burri, Città di Castello

Dal 1963 al 1993, trentennio della sua direzione, la città è diventata un punto di riferimento per l’arte contemporanea. Nelle sue sedi museali sono transitati, tra gli altri, Warhol, Rauschenberg, Schifano, Vedova, i videoartisti e tanta parte della critica nazionale e internazionale. In pochi anni, come per incanto, l’antica capitale estense si risvegliava effervescente e vivace, affermandosi sulla mappa del contemporaneo accanto a poli ben più grandi e importanti. In questi decenni sono stati organizzati quasi 1.000 eventi, frutto di un preciso progetto culturale, fitto di incontri, relazioni, prospettive. È in questi anni che i Diamanti si impongono in Italia come la sede privilegiata di grandi mostre capaci di attrarre tanto il vasto pubblico, quanto i fruitori abituali del mondo dell’arte e gli addetti ai lavori.

Del fermento di quel tempo è certamente testimonianza la raccolta appartenuta a Franco Farina, scomparso nel 2018. Dando seguito alla sua volontà, Lola Bonora, sua erede e storica direttrice del Centro Video Arte, ha donato al Comune di Ferrara e alle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea un ampio nucleo di opere che vanno ad arricchire le civiche collezioni di un valore che è al tempo stesso artistico e memoriale.

Si tratta di un articolato tracciato espositivo che, dagli studi e dalle opere su carta di maestri del Novecento come Carlo Carrà, Giorgio de Chirico e Filippo de Pisis, muove verso lo spazialismo di Lucio Fontana, l’informale di Emilio Vedova, il New Dada di Robert Rauschenberg, il Nouveau Réalisme e la pop art di Mimmo Rotella e Mario Schifano fino alle sperimentazioni cinetiche di Getulio Alviani e Gianni Colombo.

Il racconto della mostra ripercorre cronologicamente quella stagione espositiva, rileggendo alcuni tra i principali eventi allora promossi alla luce di preziosi e inediti materiali d’archivio. Casi esemplari sono la storica esposizione “I pittori italiani dopo il Novecento”, che riunisce i protagonisti del dibattito tra arte figurativa e astratta degli anni Cinquanta, o la memorabile prima assoluta di “Ladies and gentlemen” di Andy Warhol. La mostra è completata da manifesti, video e una documentazione fotografica delle mostre, oltre alla corrispondenza tra il direttore e artisti, intellettuali, tra i quali, Franco Solmi, Maurizio Calvesi, Janus o Arturo Carlo Quintavalle e importanti realtà culturali, quali la Sonnabend Gallery di New York, il Cavallino di Venezia e la galleria Schwarz di Milano. Infine, il reenactment di due rassegne degli anni Settanta: “Omaggio all’Ariosto” e “Diversi aspetti dell’arte esatta” pone in risalto alcune peculiarità del programma culturale di Farina, quali la volontà di testimoniare le tendenze contemporanee senza rinunciare a ripensare alla tradizione e l’attenzione al ruolo didattico e formativo dell’istituzione museale.

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