Italia Moderna 1945-1975. Dalla Ricostruzione alla Contestazione


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Con una selezione delle opere delle collezioni Intesa Sanpaolo, la Fondazione Pistoia Musei realizza una mostra che si riferisce al periodo storico italiano dal 1945 al 1975, seconda parte e prende in esame il benessere e la crisi.

La mostra è curata da Marco Meneguzzo ed è esposta fino al 6 gennaio 2020 a Palazzo Buontalenti di Pistoia e vuole esaminare il periodo tra il 1945 e i successivi trent’anni, quando l’Italia cambia i comportamenti sociali, si modernizza visibilmente sul territorio e nelle singole case, e muta l’orizzonte quotidiano, ed è negli stessi anni che la cultura italiana si pone i problemi della Modernità.

Agostino Bonalumi, Rosso, 1972, tela estroflessa e tempera vinilica, cm 80×69,5 – Collezione Intesa Sanpaolo © Agostino Bonalumi, by SIAE 2019

Testimoni di questa mostra sono le opere, tra le altre: I leggii in metallo di Dimostrazione (1975) di Giulio Paolini e la scultura Asciuga Ali (1995) di Giosetta Fioroni, le grandi superfici colorate con la penna a sfera blu di Alighiero Boetti AI IEOOEI LGHRBTT (1975) e il giallo accecante del Michelangelo (1967) di Tano Festa, e ancora le riflessioni sui numeri di Fibonacci di Mario Merz e lo Scoglio realizzato da Pino Pascali nel 1966. Questi sono solo alcuni esempi delle oltre 80 opere che compongono il percorso della mostra.

Si tratta di un grande progetto dedicato all’arte italiana del Novecento, con oltre 150 opere provenienti dalle prestigiose collezioni di Intesa Sanpaolo. “Ricostruzione” e “Contestazione” non sono solo due poli cronologici entro cui si dipana l’idea della Modernità italiana, ma due indicazioni culturali, che mostrano l’arco di sviluppo di idee e di costumi che ha portato l’Italia alla ribalta internazionale, sia come economia che come soggetto culturale. 

La mostra è suddivisa in due tappe: la prima, dal titolo “Le macerie e la speranza”, conclusasi lo scorso agosto, ha raccontato gli anni dal 1945 al 1960, durante i quali gli artisti hanno dovuto confrontarsi prima con le devastazioni della Seconda Guerra Mondiale, poi con la ricostruzione e la rinascita del paese; “Il benessere e la crisi”, rende omaggio all’Italia degli anni Sessanta e Settanta, mettendo in relazione il contesto storico, politico e sociale con quello artistico, rendendo evidente la forte e netta rottura con la cultura figurativa del passato.

Suddivisa in sezioni che non seguono solo un percorso cronologico, ma sono capaci di evocare contesti sociali e culturali in cui si svilupparono le diverse ricerche e tendenze, la mostra nella sua totalità, evidenzia il clima, l’atmosfera, il tessuto connettivo dell’arte italiana, più ancora della presenza di nomi e opere già molto conosciute. 

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