La Firenze di Giovanni e Telemaco Signorini


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Da domani e fino al 10 novembre prossimo, a Palazzo Antinori di Firenze è allestita la mostra dedicata a Giovanni e Telemaco Signorini, realizzata da un progetto a cura di Elisabetta Matteucci e Silvio Balloni e grazie alla scoperta del carteggio inedito tra Telemaco Signorini, il padre Giovanni e il fratello minore Paolo.

Il tratto di marcata “fiorentinità” che caratterizza la mostra, unito all’indubbio spessore storico-critico, è tra le ragioni che hanno spinto la famiglia Antinori a realizzare il progetto con l’Istituto Matteucci.

Telemaco Signorini, Mercato vecchio, 1882-1883, olio su tela, cm 39×65,5

La mostra quindi non poteva trovare sede più appropriata di Palazzo Antinori, edificio storico nel cuore di Firenze, casa di una Famiglia che ha contribuito a fare la Storia della città oltre che della viticoltura di massimo pregio.

Per la prima volta, in occasione di questa mostra, sono aperti al pubblico i Saloni storici del Piano Nobile di Palazzo Antinori, che accolgono le opere, capolavori notissimi ma anche tele che trovano qui la propria prima esposizione pubblica.

Le opere di Giovanni e Telemaco Signorini sono qui affiancate alle opere di quella che, nel clima culturalmente fecondo di menti brillanti come Giovan Pietro Vieusseux, Pietro Giordani e Niccolò Tommaseo, Diego Martelli e Carlo Lorenzini, si è imposta come una vera e propria dinastia pittorica.

Questa mostra si prefigge sia di fare emergere le ascendenze del capostipite sul figlio pittore, sia di documentare l’evoluzione della pittura di paesaggio in Toscana, dalla raffigurazione tardo romantica, secondo i modelli di Claude Lorrain e Nicolas Poussin, alla moderna estetica figurativa del periodo di maggior combustione della macchia.

La rassegna si articola in otto sezioni che, attraverso una mirata selezione di oltre sessanta dipinti tra i più celebri dei due Signorini affiancati da attentissimi confronti, faranno rivivere una delle stagioni più fertili della cultura toscana, che tanto ha contribuito a conferire a Firenze quell’“immagine ideale” di città europea.

La visita evoca la rappresentazione di un’anima urbana, specchio di un microcosmo pulsante di vita, spettacolare nella sua monumentalità e al tempo stesso raccolto nella calda dimensione domestica. È di questo mondo lontano e nostalgico, ancora improntato ad un canone di bellezza e schietta semplicità, che la pittura di Giovanni e Telemaco Signorini, rappresentata da autentiche pietre miliari concesse da prestigiose collezioni private e dalla Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti, si fa interprete, veicolando, in un’epoca come la nostra segnata da profonde tensioni e incertezze, un messaggio di grande ottimismo e speranza.

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