I fratelli Giorgio de Chirico (1888-1978) e Alberto Savinio (1891-1952) sono riuniti con le loro opere in mostra alla Villa dei Capolavori, sede della Fondazione Magnani-Rocca di Mamiano di Traversetolo (PR) fino al 30 giugno.
Loro, i cosiddetti “Dioscuri” dell’arte del XX secolo, che hanno
ripensato il mito, l’antico, la tradizione classica attraverso la modernità
dell’avanguardia e della citazione, traslandoli e reinterpretandoli per tentare
di rispondere ai grandi enigmi dell’uomo contemporaneo, dando vita a quella che
Breton definì una vera e propria mitologia moderna.
Sono esposte oltre centotrenta opere tra celebri dipinti e sorprendenti lavori
grafici, in un percorso espositivo che, dalla nascita dell’avventura
metafisica, si focalizza su un moderno ripensamento della mitologia e giunge
alla ricchissima produzione per il teatro, documentata anche da preziosi
bozzetti, figurini e costumi per l’opera lirica del Teatro alla Scala di
Milano.
Vicinissimi nei primi passi delle rispettive carriere, de Chirico e Savinio lavorano a stretto contatto nei primi anni parigini, tanto da indurre André Breton a definire il loro lavoro “indissociabile nello spirito”.
L’esposizione è curata da Alice Ensabella, Università di Grenoble e da Stefano Roffi, direttore scientifico della Fondazione Magnani-Rocca e si propone di ricostruire criticamente le fonti comuni dei fratelli de Chirico al fine di metterne in evidenza affinità, contrasti e interpretazioni del fantastico universo che prende forma nelle loro traduzioni pittoriche, letterarie e teatrali.
Le opere provengono da importanti istituzioni quali, fra le altre, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, il Mart di Rovereto, la Fondazione Teatro alla Scala di Milano, il Fondo Ambiente Italiano, celebri collezioni quali la Collezione Barilla di Arte Moderna e gallerie da tempo impegnate nella valorizzazione dei due artisti.
Il catalogo, edito da Silvana Editoriale, contiene contributi che si concentrano sull’approccio dei fratelli alle loro fonti (Nicol Mocchi), oltre ai rispettivi percorsi nelle varie discipline artistiche in cui si sono confrontati: la pittura (Alice Ensabella), ovviamente, ma anche il libro d’artista e il teatro (Mauro Carrera), oltre alle consonanze fra i ‘Dioscuri’ e Luigi Magnani, creatore della Fondazione (Stefano Roffi). Essendo i motivi di ispirazione della costruzione della suddetta mitologia moderna al centro di questo progetto, due contributi in catalogo si focalizzano su aspetti più specifici dell’iconografia saviniana (Gerd Roos) e dechirichiana (Daniela Ferrari).