Torniamo Amici. Paolo VI e gli Artisti


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Alla Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei, GASC, di Milano, dal 15 febbraio al 14 aprile prossimi, è esposta una mostra di grande significato storico e artistico che documenta la svolta verso l’arte contemporanea di papa Paolo VI, raccontata attraverso le opere degli artisti che gli furono amici.          

Floriano Bodini, Ultima cena, 1955 ca, olio su tavola, 21×28, Milano, GASC

La rassegna presenta 50 lavori, tra dipinti, disegni, sculture, bozzetti, grafiche, raramente o mai esposti al pubblico, di autori quali Aldo Carpi, Francesco Messina, Trento Longaretti, Silvio Consadori, Floriano Bodini, Luigi Filocamo, Lello Scorzelli, Virginio Ciminaghi, Angelo Biancini, Eros Pellini, Ettore Calvelli e testimonia il forte legame instauratosi tra l’allora arcivescovo di Milano e la Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei, fondata nel 1955, mentre importanti prestiti provengono dai Musei Vaticani e dalla Collezione Paolo VI, Arte Contemporanea di Concesio.

La mostra è curata da Luigi Codemo e Alice Tonetti, organizzata dalla GASC, Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei Villa Clerici, raccolta museale della Casa di Redenzione Sociale di Milano, e gode del patrocinio dell’Arcidiocesi di Milano e dell’AMEI, Associazione Musei Ecclesiastici Italiani.

Il titolo dell’iniziativa prende spunto dalla domanda “Ritorniamo a essere amici?” che Paolo VI rivolse agli artisti invitati per l’udienza a loro dedicata nel maggio del 1964 nella Cappella Sistina. Un’offerta che tendeva a ricostruire il dialogo tra gli artisti e la committenza ecclesiale che si era notevolmente affievolita da almeno due secoli.

Il percorso espositivo comprende opere di questi autori come la versione in bronzo di Ritratto di un papa di Floriano Bodini e la croce astile di Lello Scorzelli, oltre a una serie di documenti e fotografie d’epoca che testimoniano il rapporto della GASC col Papa.

La rassegna prosegue raccontando, attraverso due esempi concreti come il Piano Nuove Chiese a Milano e la Cappella Privata di Paolo VI in Vaticano, come la GASC, dagli anni cinquanta al 1978, abbia continuato ad accompagnare Montini, prima da arcivescovo e poi anche da pontefice, nella promozione di opere d’arte sacra.

Nel primo caso, Montini promosse il piano che portò a progettare e costruire più di 100 chiese per far fronte all’espansione di Milano nel secondo dopoguerra, mentre nel secondo caso, sono esposti disegni preparatori, bozzetti, gessi, bronzi, della cappella privata di Paolo VI, realizzata nei primi anni del pontificato e curata per la parte artistica da Dandolo Bellini, con gli interventi di autori, tutti legati alla GASC, quali Enrico Manfrini, Lello Scorzelli, Luigi Filocamo, Silvio Consadori, Trento Longaretti, Mario Rudelli.

Un’importante sezione è dedicata alla Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei che, nel periodo del magistero di Paolo VI divenne un vero e proprio cenacolo, dove gli artisti potevano liberare la propria creatività e promuovere la ricerca.

L’esposizione si chiude idealmente con la sezione che conferma il forte legame che si era instaurato tra papa Paolo VI e la GASC, attraverso importanti prestiti come un disegno preparatorio di Pericle Fazzini, proveniente dai Musei Vaticani, per l’opera monumentale Resurrezione oggi collocata nell’aula delle udienze in Vaticano e un’acquaforte di Marc Chagall e una litografia di Henri Matisse che giungono dalla Collezione Paolo VI, Arte Contemporanea di Concesio (BS), paese natale di Giovanni Battista Montini.

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