Nella Sala delle Ciminiere del MAMbo, Museo d’Arte Moderna di Bologna, è allestita fino al 19 maggio 2019 la prima personale in un’istituzione italiana di Mika Rottenberg, realizzata a cura di Lorenzo Balbi.
L’artista di origine argentina, cresciuta in Israele e oggi di base a New York, si appropria degli imponenti volumi della Sala delle Ciminiere e del foyer del museo per animare undici delle sue più recenti produzioni, ossia oggetti scultorei e installazioni video, caratterizzati dal loro registro narrativo sarcastico e bizzarro.
Rottenberg utilizza i diversi linguaggi del film, dell’installazione architettonica e della scultura per esplorare le idee di classe, lavoro, genere e valore attraverso immaginifici dispositivi visivi che illuminano le connessioni e i processi nascosti dietro economie globali apparentemente non correlate fra loro.
Intrecciando elementi di finzione con dati documentali, in racconti in cui geografie e narrative collassano in non-sense surreali, l’artista crea complesse allegorie sul sistema capitalistico che regola le condizioni umane e i processi di produzione massiva delle merci.
La sua ricerca mette in evidenza temi come le disuguaglianze causate dall’attuale modello economico dominante e la fragilità del corpo umano, utilizzando la lente dell’umorismo, dell’assurdo e della confusione. Con un approccio fondamentalmente scultoreo, l’artista inizia spesso un progetto cercando in prevalenza interpreti femminili note per le loro caratteristiche fisiche insolite, come le body-builder, quindi costruisce set elaborati come “costumi” per gli artisti, che a loro volta diventano il teatro in cui il pubblico vive il video.
Le opere di Rottenberg offrono critiche penetranti sulle assurde condizioni di lavoro imposte dal modello neoliberista in cui la precarietà della gig economy ha trasformato milioni di persone in lavoratori impoveriti.
Esplorando la seduzione, la magia e la disperazione della nostra realtà ipercapitalista, connessa a livello globale, le elaborate narrazioni visive di Mika Rottenberg attingono a tradizioni cinematografiche e scultoree per forgiare un nuovo linguaggio in technicolor che esplora le dina- miche del lavoro al tempo della globalizzazione, la produzione di valore e la monetizzazione sempre più esasperata delle relazioni affettive: riflessioni grottesche su vite umane sconvolte.
In questa mostra sono esposti tre nuovi lavori, la cui produzione è stata sostenuta dal MAMbo in collaborazione con due importanti istituzioni museali europee, Goldsmiths Centre for Contemporary Art London e Kunsthaus Bregenz: Ponytail (Orange), Smoky Lips (Study #4) e Untitled Ceiling Projection.
Il progetto espositivo rientra nel main program della settimana edizione di ART CITY Bologna, il programma istituzionale di mostre, eventi e iniziative speciali promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere in occasione di Arte Fiera.
In concomitanza all’apertura della personale di Mika Rottenberg è stato pubblicato un instant book Edizioni MAMbo con un saggio inedito di Germano Celant.