La mostra “Alchemilla” allestita a Palazzo Vizzani-Sanguinetti di Bologna è ispirata ad una affermazione del poeta svizzero Edmond Gilliard che aspirava a ripulire e lucidare le parole affinché fossero più pertinenti, così come il mestiere dell’arte trova compimento in una riformulazione delle forme astratte. Tale suggestione poetica è coerente con un ruolo da protagonista della forma scultorea, declinata nella sua dimensione prettamente installativa.
La mostra, realizzata in collaborazione con Spazio Arte Minarelli e a cura di Fulvio Chimento e aperta fino al 16 marzo, con questo intento propone opere di David Casini, Cuoghi Corsello, Dado, Claudia Losi, T-yong Chung.
Ogni opera è pensata in relazione alle altre e in funzione della luce, che valorizza i dettagli delle opere e impreziosisce il contesto architettonico degli ambienti, che risultano “naturalmente immersivi” anche senza ricorrere a espedienti tecnologici. Lo spettatore di Alchemilla viene calato in un contesto onirico, in una dimensione di dèjà vu.
Gli artisti in mostra risultano uniti da tratti uniformi: la capacità di pensare la contemporaneità in forma tridimensionale, la presenza di una componente concettuale riconoscibile, la dimestichezza nell’adattare il proprio lavoro alle esigenze dello spazio, la permanenza di una sapienza manuale rintracciabile nella realizzazione dell’opera.
Ciascun artista scava all’interno della propria produzione, esprimendo la sua caratteristica natura grazie a un focus specifico, ma, al tempo stesso, relazionandosi con le opere altrui. In questo “stare insieme” i lavori alterano leggermente il proprio senso, come soggetti a un processo alchemico che favorisce una sottile alterazione linguistica. Per questo motivo il titolo della mostra prende spunto da una delle piante più note agli alchimisti: l’alchemilla (A. vulgaris) o “erba stella”, considerata pregiata per la goccia di rugiada che spesso conserva all’interno della sua foglia, e che resiste al processo di evaporazione. La perla di rugiada protetta dalla pianta è un elemento ricco di principi curativi e, alla luce della lezione fornita da Gaston Bachelard, può rappresentare anche una forma scultorea modellata, raffinata e lustrata dalla pianta stessa.
Un catalogo a corredo, bilingue, è stato pubblicato da APM Edizioni, contenente il testo critico del curatore Fulvio Chimento, la riproduzione iconografica delle opere esposte a colori e l’elenco completo delle opere in mostra.