È esposta fino al 14 ottobre, alla Galleria Nazionale di Roma la mostra “Bric-à-brac | The Jumble of Growth | 另一种选择. Gli effetti della globalizzazione di Brasile, Russia, India e Cina” curata da Huang Du e Gerardo Mosquera e realizzata dalla stessa Galleria Nazionale in collaborazione con il Today Art Museum di Pechino. Con questa mostra si intende esplorare il processo di trasformazione economica, sociale e culturale nei paesi in cui l’economia di mercato cresce verticalmente e su scala globale. Sono presi in esame i diversi modi in cui l’arte ha partecipato o reagito ad alcuni di questi cambiamenti e le conseguenze rispetto alla società e ai singoli individui. L’espressione francese bric-à-brac comunemente designa un’accozzaglia di oggetti eterogenei, disposti talvolta in maniera confusa. Casualmente, il primo termine della locuzione coincide con l’acronimo BRIC – Brasile, Russia, India, Cina – coniato nel 2001 dall’economista Jim O’Neill per parlare dell’importante ruolo economico globale attualmente svolto da questi quattro paesi. BRIC spesso ora identifica un processo storico, la forte crescita del potere economico dei paesi in via di sviluppo.
Tale cambiamento è un esito della globalizzazione che sta producendo un impatto planetario non solo sull’economia, ma in ogni campo. La nuova situazione coinvolge non soltanto i paesi BRIC, ma anche altre economie emergenti. Il titolo cinese della mostra, “Un’alternativa”, sottolinea la natura eterodossa di questa mutazione e, in un certo senso, la sua “democratizzazione” della macroeconomia mondiale.
Le nuove potenti economie di mercato stanno vivendo una notevole accelerazione della crescita economica, che si accompagna a modernizzazioni rapide, disomogenee, spesso all’interno di società tradizionali. Prevalgono i contrasti netti, risultato di queste trasformazioni radicali: un bric-à-brac di situazioni disparate.
La mostra ne esplora contraddizioni e contrasti. Molti artisti reagiscono a tali temi, li esprimono o li trattano in profondità. Alcuni affrontano problemi sociali, altri sono più orientati verso le soggettività. Tutti, però, illuminano le complessità analizzate dalla mostra con opere di grande impatto artistico ed estetico.
Gli artisti in mostra sono: Wim Delvoye (Belgio); Cinthia Marcelle (Brasile); Wang Goufeng, Wang Guangyi, Ni Haifeng, Wang Lijun, Tian Longyu, Lei Lu, Weng Fen, Gao Weigang, Yang Xinguang, Lu Zhengyuan, Du Zhenjun (Cina); Chang Young-hae, Heavy Industries (Sud Korea); Wilfredo Prieto (Cuba); Shilpa Gupta (India); Jamal Penjweny (Kurdistan, Iraq); Damián Ortega (Messico); Mounir Fatmi (Marocco); Donna Conlon, Jonathan Harker (Panama); AES+F (Russia); Cristina Lucas, Fernando Sánchez Castillo (Spagna); Kendell Geers (Sud Africa); Thomas Hirschhorn (Svizzera).